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De Palma: «Arcuri apra subito un bando dove gli infermieri dipendenti possano segnalare la loro disponibilità»

«Affidi alle ASL il compito di incaricare i professionisti del SSN di sostenere con la loro competenza ed esperienza, già ampiamente dimostrata sul campo, un piano vaccini che stenta a decollare»

La proposta del Presidente del Sindacato Infermieri Italiani: «Serve un nuovo piano strategico che dimostri il buon senso e l’acume del nostro Commissario Straordinario che può agire in sinergia con le Asl. Ci sono migliaia di infermieri della sanità pubblica, non impegnati nelle aree covid, e con prestazioni che non vanno oltre l’orario ordinario. Saranno loro stessi a candidarsi e a dare la loro disponibilità.

Saranno poi le Regioni a pagarli, attraverso le asl di competenza. I fondi ci sono, sono arrivati dalla nuova Finanziaria e rientrano nel progetto dei 50 euro lordi ad ora previsti per retribuire le cosiddette prestazioni aggiuntive. E allora cosa stiamo aspettando? Ci sono i fondi e ci sono anche gli infermieri. Li abbiamo in casa! Si può partire immediatamente, noi come sindacato ci occuperemmo di fare una massiccia campagna di sensibilizzazione verso i colleghi.

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E’ ovvio che, man mano che ci saranno colleghi liberi, quindi da assumere, semplicemente potranno essere assorbiti dalla macchina vaccinale. Gli infermieri italiani dipendenti del ssn, adeguatamente retribuiti, sono la nostra vera arma vincente per uscire dal questo buio tunnel».

ROMA 15 GENNAIO 2021 – «Perchè ostinarsi a cercare 12mila infermieri (che nemmeno sarebbero sufficienti, lo abbiamo ribadito più volte, ne servirebbero almeno 27mila per portare a compimento il piano vaccini entro la fine dell’anno in corso), tra i disoccupati o tra coloro che lavorano come indipendenti magari a partita iva? Perché complicarsi maledettamente la vita con un bando che si è rivelato fallimentare in partenza? 

Il responso estremamente negativo arrivato con meno di 4mila professionisti, in tanti hanno risposto ahimè ai criteri del concorso, non rappresentano forse una prova già sufficiente per decidere di voltare pagina e dare una svolta ad una “missione” decisiva per la tutela della salute degli italiani? 

Non indugiamo! Occorre da subito un nuovo bando e deve essere lo stesso Commissario Straordinario Arcuri a metterlo in atto. Non dubitiamo del suo acume e della sua capacità manageriale di rivedere in corsa i propri intenti, anche rifacendo tutto daccapo se necessario».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, propone concretamente un nuovo bando che prenda questa volta in considerazione gli infermieri dipendenti, totalmente ignorati dal primo.

«Non è affatto vero che incaricando gli infermieri dipendenti del Ssn si toglierà forza lavoro alle già critiche aree covid. In Italia abbiamo almeno 30mila professionisti sul territorio, che oggi non superano le 6 ore al giorno di lavoro ordinario, ai quali si aggiungono almeno altri 120 mila colleghi operanti con turni compatibili, che avrebbero tutto il tempo per dare un enorme aiuto, con la loro esperienza, a questa delicata missione. I fondi ci sono e come!

Le risorse arrivano direttamente dalla recente finanziaria che mette a disposizione i già ampiamente citati 50 euro orari per le prestazioni aggiuntive, a questi possono aggiungersi le risorse messe a disposizione delle singole regioni. Ma occorre costruire un progetto che da subito abbia le peculiarità per essere vincente, continua De Palma.

Arcuri può dare vita a un nuovo bando e creare una sorta di banca dati, regione per regione, di infermieri dipendenti qualificati: siamo certi che, adeguatamente retribuiti, saranno loro stessi a dare disponibilità in massa. Saranno poi le regioni stesse, attraverso le asl, a selezionare e a fornire gli incarichi coordinandosi con i candidati, tenendo conto della loro disponibilità.

Inoltre se scendono in campo gli infermieri dipendenti del ssn non ci si troverebbe nemmeno di fronte al possibile intoppo del vincolo di esclusività, perché presterebbero servizio presso le stesse asl dalle quali dipendono. Inoltre le asl che non hanno avuto candidati, potrebbero attingere dall’elenco “pescando” tra candidati di asl attigue o vicine. Serve quindi da subito un bando nuovo che acquisisca da subito la loro disponibilità. 

E si cancellino i contratti, senza senso e dispendiosi, con le agenzie interinali che non hanno fin ora portato da nessuna parte. I risultati parlano chiaro! Inoltre le selezioni, da parte delle Regioni, vanno effettuate con il criterio della territorialità. Significa che ogni infermiere “vaccinatore” dovrà essere chiamato a garantire le proprie funzioni direttamente nella Asl, di cui è già dipendente o in una vicina. Ci chiediamo perché nessuno ci abbia pensato!

Tutto questo agevolerà la partecipazione, perchè non sarà chiesto agli infermieri di spostarsi, e favorirà la quantità e la qualità del servizio offerto. Non possiamo continuare, in alcun modo, a viaggiare al ritmo di 70mila somministrazioni al giorno. Di questo passo ci vorranno diversi anni per concludere il piano vaccini e non possiamo certo permettercelo!

I numeri dei contagi e dei decessi parlano chiaro: la pandemia non tende a placare la sua pervasività e occorre essere pronti a una terza ondata. Solo con l’immunizzazione di massa il covid potrà diventare solo un brutto ricordo da raccontare nei libri di storia».

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