Le parti delle due ossa, cioè di femore e bacino, che formano l’articolazione sono ricoperte di cartilagine, una sostanza liscia e scivolosa che protegge e ammortizza il movimento delle ossa, consentendo alla testa femorale di ruotare liberamente nella cavità acetabolare. Tutta l’articolazione dell’anca è, infine, ricoperta da un sottile rivestimento chiamato sinovia. In un’anca sana, la sinovia produce una piccola quantità di fluido che lubrifica l’articolazione, riducendo l’attrito tra le cartilagini di rivestimento.
In particolare, l’artrosi dell’anca (detta coxartrosi) determina il deterioramento graduale della cartilagine dell’articolazione. Man mano che si consuma, la cartilagine diventa sfilacciata e ruvida e lo spazio articolare protettivo tra le ossa diminuisce, facendo sfregare le ossa una sull’altra. Per compensare la cartilagine persa, le ossa danneggiate possono iniziare a crescere verso l’esterno e formare speroni ossei, chiamati osteofiti. Nella vita quotidiana ciò determina dolore all’anca e riduzione della mobilità dell’articolazione e, di conseguenza, della capacità di muoversi.
Si stima che in Italia circa il 12% della popolazione abbia problemi osteoarticolari classificabili come artrosi. Il numero dei casi aumenta con il progredire dell’età, ed è più alto nelle donne rispetto agli uomini.
I sintomi più comuni della coxartrosi includono:
La diagnosi della coxartrosi si basa inizialmente sulla visita medica e sull’esecuzione di radiografie. Durante la visita, il medico controlla l’anca per valutare il tipo di dolore, il gonfiore e la rigidità dell’articolazione. Se conferma il sospetto di coxartrosi può consigliare di rivolgersi a un ortopedico, ossia un medico specialista in grado di diagnosticare problemi del sistema muscolo-scheletrico e di indicare la terapia più indicata.
L’artrosi è una malattia cronica, ossia persistente nel tempo, può essere curata ma non guarita. Vi sono numerosi trattamenti efficaci sia per ridurre il dolore, sia per migliorare la capacità di muoversi. In alcuni casi l’abbinamento di farmaci ed esercizio fisico potrebbe rivelarsi sufficiente; in altri, potrebbe essere necessario ricorrere alla chirurgia.
I trattamenti non chirurgici che possono aiutare a preservare l’anca includono:
Altri suggerimenti per un rapido trattamento non chirurgico della coxartrosi comprendono:
Nel caso in cui i trattamenti non invasivi siano insufficienti ad alleviare i disturbi (sintomi) della coxartrosi, è possibile ricorrere a diversi interventi chirurgici. Nello specifico:
Qualsiasi tipo di intervento chirurgico può dar luogo a complicazioni anche se i medici adottano tutte le precauzioni possibili al fine di minimizzare i rischi legati all’intervento stesso.
Le più comuni complicazioni della chirurgia dell’anca includono:
A seguito di qualsiasi intervento chirurgico all’anca è previsto un periodo di riabilitazione. I tempi di recupero dipendono anche dal tipo di intervento. Nei primi tempi potrebbe essere necessario utilizzare un sostegno per camminare (bastone, stampelle o deambulatore). Nella maggior parte dei casi l’intervento chirurgico riduce sensibilmente il dolore causato dalla coxartrosi e rende possibile un più agile ritorno alle attività quotidiane.
Redazione NurseTimes
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