Il documento è a disposizione degli specialisti e degli specializzandi in anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore.
All’interno del corpo di documenti realizzati per supportare gli anestesisti-rianimatori nelle scelte assistenziali e strategiche più appropriate nella contingenza pandemica, la Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) ha recentemente pubblicato la revisione 2.1 delle Raccomandazioni per la gestione del paziente critico Covid-19, un testo in 24 pagine messo a disposizione degli specialisti e degli specializzandi in anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore impegnati h24 contro l’epidemia di coronavirus.
Il testo è suddiviso in nove capitoli, che offrono una guida aggiornata alle best practice cliniche contestualizzate al nostro Paese:
1 – Percorso assistenziale per il paziente Covid-19
2 – Screening e Triage: precoce riconoscimento del paziente affetto da Sari associato a Sars-CoV-2
3 – Immediata implementazione delle misure appropriate per la prevenzione e il controllo delle infezioni (IPC)
4 – Raccolta dei campioni biologici per la diagnosi di laboratorio
5 – Management Critical Covid-19: trattamento della insufficienza respiratoria acuta ipossiemica
6 – Management Critical Covid-19: trattamento dello shock settico
7 – Management Critical Covid-19: prevenzione delle complicanze
8 – Management Critical Covid-19: antibioticoterapia e corticosteroidi
9 – Trattamenti specifici anti-SARS-CoV-2 e ricerca clinica
Perché Siaarti ha voluto mettere a punto una revisione del primo documento pubblicato? “L’obiettivo delle Raccomandazioni prodotte in questi mesi dalla Società scientifica nazionale è quello di permettere a tutti i colleghi di adottare un approccio diagnostico-terapeutico comune, pratico e di facile utilizzo, ma anche scientificamente aggiornato, in funzione dell’evolversi delle conoscenze sulle caratteristiche cliniche dell’infezione da Sars-CoV-2”, sottolineano Ida Di Giacinto, dirigente medico di Anestesiologia e Terapia intensiva polivalente all’Aou Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, e Salvatore Maurizio Maggiore, professore di Anestesiologia all’Università G. D’Annunzio di Chieti e direttore di Anestesia e rianimazione al Policlinico Santa Annunziata di Chieti), due tra gli autori incaricati dalla Società di realizzare il testo.
E aggiungono: “Il lavoro quotidiano dei team di terapia intensiva sui pazienti Covid-19, già fonte di importante stress psico-fisico, per tutte le problematiche relative alla necessità di continua ri-pianificazione strutturale e organizzativa, può portare i clinici a vivere sensazioni di precarietà e inadeguatezza delle risposte assistenziali: una base scientificamente basata sulle più recenti evidenze, ma anche di facile utilizzo pratico, può auspicabilmente contribuire a rafforzare le competenze professionali e le esperienze dei team, adattandone i comportamenti sia all’evolvere delle best practice, che al contesto lavorativo nazionale, entrambi sfaccettati e poliedrici”
.Qual è stato il percorso fatto da Siaarti per arrivare a queste nuove Raccomandazioni? Nella prima fase pandemica, le poche e scarne informazioni provenienti dall’esperienza in Cina hanno portato gli anestesisti-rianimatori del nostro Paese (considerazione generalizzabile a tutti i sistemi sanitari occidentali) a cercare di trovare un approccio idoneo in termini di prevenzione, diagnosi e trattamento del paziente Covid-19. La pubblicazione dei primi lavori scientifici e documenti societari, anche Siaarti, è avvenuta “in tempo reale” e la loro redazione da parte dei sistemi sanitari e società scientifiche internazionali, si è basata sull’esperienza “sul campo”, così come sui pareri condivisi internazionalmente. Tali materiali hanno permesso di definire le posizioni sostenibili, rimodulare ed aggiornare le conoscenze.
I delegati da Siaarti, componenti di gruppi di lavoro e studio con campi di interesse, competenza ed esperienza clinica differenti, hanno pertanto raccolto ed elaborato i materiali disponibili, oltre che in ambito scientifico anche normativo, per produrre un documento aggiornato che consentisse un approccio al paziente Covid-19 in sicurezza e con perizia.
Quali sono i contenuti piu’ importanti del Documento in questa revisione? Rispondono gli autori: “Il percorso assistenziale Siaarti per il paziente Covid-19 parte dalla diagnosi e riconoscimento del paziente alla luce delle definizioni Oms, a partire dalla raccolta dei campioni biologici per la diagnosi di laboratorio e dall’utilizzo dei test specifici, aderendo alle disposizioni e ai documenti ministeriali continuamente aggiornati. Un triage corretto, l’allocazione idonea del paziente in funzione dei sintomi, un riconoscimento precoce del deterioramento dei parametri vitali, non unicamente quelli respiratori, costituiscono i presupposti per un trattamento precoce ed efficace del paziente critico Covid-19, anche fuori dalle mura della terapia intensiva, in funzione delle recenti evidenze scientifiche che guidano l’adeguamento dell’intensità delle cure alla criticità dei pazienti”.
E ancora: “Va sottolineato che, per far funzionare nel modo migliore la terapia intensiva, a fronte dell’aumentata richiesta di tali posti letto, sono indispensabili non solo ambienti specificamente strutturati, attrezzature tecnologicamente avanzate, farmaci e DPI in quantitativi idonei, ma che l’investimento rimane potenziale e non funzionale alla resa, se mancano le risorse umane competenti! Serve a poco vantare forniture di dotazioni strumentali in mancanza di anestesisti-rianimatori, specialisti e specializzandi, come di Infermieri competenti nelle cure intensive e figure di supporto sanitario in numero adeguato al carico di lavoro”.
Concludono Di Giacinto e Maggiore: “Il Documento vuole anche focalizzare l’attenzione sull’importanza dei dispositivi di protezione individuale. Il rischio cui siamo esposti e l’incidenza di contagio degli operatori sanitari sono estremamente elevati per i sanitari impegnati nel soccorso in urgenza Covid, ma lo sono ancor di più per gli anestesisti-rianimatori, esperti chiamati alla gestione avanzata delle vie aeree, non solo durante l’intubazione endotracheale e la ventilazione meccanica, ma anche durante le numerose procedure diagnostico-terapeutiche salvavita e da praticare in emergenza, che li espongono a rischio di aerosolizzazione e diffusione del virus Sars-CoV-2”.
Redazione Nurse Times
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