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Coronavirus, approvato il Decreto Riaperture: presto diremo addio a molte restrizioni

Tulle le novità in tema di Green Pass, mascherine, vaccini, scuola e lavoro.

Mascherine e super Green Pass restano misure obbligatorie al chiuso fino al 30 aprile, ma già dal 1° aprile, il giorno dopo lo scadere dello stato di emergenza, assisteremo alle prime riaperture: decade il sistema dei colori, la capienza degli stadi torna al 100% e servirà solo il Green Pass base per i luoghi di lavoro e in caso di assembramenti, come per gli eventi sportivi e per i trasporti a lunga percorrenza. Dal 1° maggio, poi, il grande passo: potremo dire addio alla certificazione verde.

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Sono alcune delle novità contenute nel nuovo Decreto Riaperture, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. La curva epidemica, alimentata dalla variante Omicron, da alcuni giorni è tornata a salire e il Governo resta cauto, ma si inizia a intravedere la fine del tunnel: lo stato di emergenza, il cui termine è fissato al 31 marzo, non sarà rinnovato. Di conseguenza non saranno più in vigore la struttura commissariale e il Comitato tecnico scientifico, e a gestire la pandemia sarà una struttura del ministero della Salute.

Le nuove misure sono state illustrate dal premier Mario Draghi, che ha iniziato l’apposita conferenza stampa ringraziando il ministero della Salute, gli esperti del Cts e il commissario Francesco Paolo Figliuolo per questi due anni di lavoro. E poi gli italiani: “Bravissimi in questa pandemia”. Draghi ha quindi ricordato il tasso di vaccinazione, “tra i più alti d’Europa”, di cui “andare fieri”, per poi ha passare la parola a Roberto Speranza.

“Continueremo il monitoraggio”, ha spiegato il ministro della Salute, specificando che è superato però il sistema a colori. Addio anche alle “quarantene per contatto, che erano già state superate per la popolazione vaccinata e ora saranno superate per tutti”. Nelle scuole, dal 1° aprile “andrà a casa solo chi è positivo, mentre tutti gli altri potranno restare in classe”. Il ministro ha infine insistito sulla vaccinazione: “Se ci possiamo permettere questa forte spinta alle riaperture è grazie a una campagna vaccinale straordinaria, una delle più significative al mondo. Chiediamo di insistere con le vaccinazioni, perché ogni dose è uno scudo in più per il Paese”.

Ma la grande svolta annunciata in conferenza stampa, e contenuta nel Decreto Riaperture, è costituita dall’addio al Green Pass dal 1° maggio. Una data che segnerà la fine del periodo restrizioni, durato due anni, a cui si arriverà in maniera graduale. Ma già dal 1° aprile le prime riaperture: via l’obbligo di Green Pass rafforzato sui luoghi di lavoro per gli over 50. Per chi ha superato questa soglia d’età sarà invece richiesto solo il certificato base, fino al 30 aprile. Il Green Pass rafforzato rimarrà invece obbligatorio fino al 30 aprile per i servizi di ristorazione al banco o al tavolo al chiuso, per le piscine, per i centri benessere, per le sale gioco, le sale scommesse e i casinò, le discoteche, i convegni e congressi e gli eventi sportivi al chiuso. Sempre dal 1° aprile non sarà più obbligatorio avere almeno il Green Pass base per entrare negli uffici pubblici, nei negozi, nelle banche, alle poste o dal tabaccaio. E nemmeno nei ristoranti all’aperto. Ma fino al 30 aprile occorrerà possederlo su trasporti a lunga percorrenza, per i concorsi pubblici e per l’accesso ai luoghi di lavoro.

Cambiano anche le regole per gli stranieri, che dovranno esibire il Green Pass base, e non più quello rafforzato, per poter consumare nei ristoranti al chiuso. Stando a fonti governative, questo ultimo allentamento sarebbe stato ottenuto su insistenza del ministro leghista del Turismo, Massimo Garavaglia, che aveva chiesto di togliere ogni obbligo al chiuso dal 15 aprile per agevolare il settore durante le vacanze di Pasqua.

Per quanto riguarda l’obbligo vaccinale fino al 15 giugno, esso varrà per il personale scolastico, il personale del comparto della difesa, sicurezza e soccorso pubblico, della polizia locale, personale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, il personale che svolge a qualsiasi titolo la propria attività lavorativa alle dirette dipendenze del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria o del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, all’interno degli istituti penitenziari per adulti e minori. Fino a metà giugno vale l’obbligo vaccinale anche per il personale delle università, delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e degli istituti tecnici superiori, nonché al personale dei Corpi forestali delle regioni a statuto speciale. L’obbligo rimarrà fino a fine anno per il personale del mondo sanitario e per le visite nelle Rsa

: la categoria che “riteniamo più a rischio”, ha specificato il ministro della Salute.

Un altro passo verso la normalità riguarda le mascherine, non più obbligatorie all’aperto dal 10 febbraio scorso, mentre resteranno obbligatorie fino al 30 aprile al chiuso. Sarà necessario, quindi, indossare le Ffp2 per l’accesso ai mezzi di trasporto: aerei, navi e traghetti interregionali, treni interregionali, Intercity Alta Velocità, autobus interregionali e a noleggio con conducente, trasporto pubblico locale o regionale, funivie, cabinovie e seggiovie. Sarà necessario averle anche per assistere a spettacoli in teatri, sale da concerto, cinema, locali di intrattenimento e musica dal vivo, eventi e competizioni sportivi. Lo stesso vale in tutti gli altri luoghi al chiuso, tra cui sale da ballo, discoteche e locali assimilati al chiuso. Esentati dall’indossare le mascherine i bambini di età inferiore ai sei anni, le persone disabili e le persone che stanno svolgendo attività sportiva. 

Su isolamento delle persone risultate positive al Covid e sull’autosorveglianza dei “contatti stretti” il decreto detta una serie di nuove indicazioni, e dal 1° aprile le regole varranno per tutti, senza distinzione tra chi ha fatto il vaccino e chi no. Basta con le quarantene da contatto, infatti, anche per i no vax con un caso positivo al Covid: dovrà rimanere isolato a casa solo chi ha contratto il virus, mentre chi ha avuto un contatto dovrà applicare il regime dell’autosorveglianza, anche se non si è vaccinati. Ricordiamo che per “autosorveglianza” si intende l’obbligo di indossare mascherine Ffp2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino a dieci giorni dopo la data dell’ultimo contatto stretto e a effettuare un test antigenico rapido o molecolare alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto.

Per quanto riguarda la scuola, presto si dirà addio alla didattica a distanza (dad): dal 1° aprile resteranno a casa solo gli studenti contagiati da Covid, mentre coloro che hanno avuto contratti stretti con chi è alle prese col virus potranno continuare ad andare a scuola, seppur in regime di autosorveglianza superati i quattro casi in classe. E tornano le gite scolastiche messe al bando dal Covid, ennesimo duro colpo per i ragazzi alle prese con due anni di pandemia.

Venendo al mondo dello sport, la capienza di stadi e palazzetti tornerà al 100% dal 1° aprile. Fino al 30 aprile, all’aperto, basterà il Green Pass base, mentre al chiuso servirà quello rafforzato. Mascherina FFP2 obbligatoria sia al chiuso sia all’aperto fino al 30 aprile. Quanto all’attività sportiva, all’aperto non servirà nulla, ma servirà il Green Pass rafforzato per docce e spogliatoi. Al chiuso serve il certificato rafforzato fino al 30 aprile

Come anticipato, lo stato di emergenza per la pandemia da Covid-19 scade il 31 marzo e non sarà rinnovato. Di conseguenza, non saranno più in vigore struttura commissariale e Cts. A gestire la pandemia sarà una struttura del ministero della Salute. Nonostante questo, per preservare, potranno “essere adottate una o più ordinanze” – su richiesta motivata delle amministrazioni competenti – che “possono contenere misure derogatorie”, purchè “individuate nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico e delle norme dell’Unione europea, con efficacia limitata fino al 31 dicembre 2022”. Le ordinanze “sono adottate nel limite delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e sono comunicate alle commissioni parlamentari competenti per materia entro sette giorni dalla data della loro adozione”.

Infine la possibilità di ricorrere allo smart working nel settore privato senza l’accordo individuale tra datore e lavoratore, e quindi ancora con un regime semplificato, è prorogata al 30 giugno. A tale data è prorogato anche lo svolgimento del lavoro agile per i lavoratori fragili.

Redazione Nurse Times

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