Infermieri

Conviene ancora lavorare come infermiere in Italia?

Concorso pubblici con 3500/5000 candidati infermieri è ormai solo un lontano ricordo

L’emergenza infermieri colpisce in modo inesorabile quasi tutte le strutture socio sanitarie della penisola.

Ci sono però delle isole felici, poche, che nel corso degli anni sono riuscite a fidelizzare il proprio personale infermieristico offrendo stipendi più alti rispetto al pubblico….ma non solo, anche una formazione continua capace di stimolare la crescita professionale.

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Alcune realtà italiane arrancano nella ricerca di personale infermieristico affidandosi a società per il reclutamento di professionisti dall’estero.

È il caso dell’Emilia Romagna con infermieri provenienti dalla Tunisia, India e Albania.

Nel comasco la situazione è ancora più critica. L”ASST Lariana ha appena concluso un concorso pubblico.

I candidature che si sono presentati erano appena 299, alla prova scritta si sono presentati in 68 e agli orali in 48.

Agli ultimi due concorsi per infermieri banditi dall’Asst Lariana prima del Covid si erano candidati 2mila e 3.500 professionisti sanitari. 

Nei giorni scorsi è stata approvata una prima graduatoria. Ma Asst Lariana prepara già un nuovo bando di concorso.

Nella provincia di Como, calcolando anche il fabbisogno delle Rsa e delle future case e ospedali di comunità, ha bisogno di circa 300 infermieri. La delibera approvata dell’Asst Lariana del 24 agosto è costituita da soli 35 infermieri.

Tale graduatoria è stata completamente escussa. Nel fabbisogno risultano ancora vacanti, tra gli altri, trenta posti. 

La mancanza di infermieri oltre alle motivazioni che conosciamo, numero insufficienti di neolaureti, e conseguente riapertura dei concorsi negli ospedali meridionali e del centro Italia, c’è un fattore che incide ulteriormente.

I pendolari che attraversano il confine per lavorare nella vicina e attrattiva Svizzera. Stando ai dati dei sindacati in Ticino lo stipendio di un infermiere parte da circa 5mila euro lordi al mese. Anche calcolando tasse e spese è molto di più rispetto ai 1.400 euro netti offerti dal sistema sanitario italiano.

C’è anche un progressivo spostamento verso le partite Iva e la libera professione. Tanti infermieri preferiscono licenziarsi perché i contratti collettivi o di settore non sono abbastanza remunerativi, succede soprattutto nelle Rsa. Quindi scelgono una tassazione minore e chiedono in autonomia anche 35 euro all’ora visto che sono molto ricercati e ambiti. 

Così però rinunciano a malattia e ferie, a un lavoro fisso di lunga visione.

E per ovviare alla carenza di infermieri ormai diventata cronica ci si inventa una nuova figura professionale, l’operatore socio-sanitario con funzioni infermieristiche, con il benestare della Federazione Nazionale degli infermieri (FNOPI).

Tale decisione allontana sempre di più la scelta universitaria verso la laurea in infermieristica. 

Difatti, conti alla mano, un oss infermiere con un corso di poche ore guadagnerebbe poco meno di un infermiere laureato.

Stiamo decretando la fine della professione infermieristica? 

Ai posteri l’ardua sentenza.  

Redazione NurseTimes

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