Gentile Direttore di NurseTimes,
seguo con molto interesse il suo giornale e la ringrazio a nome di tutti gli infermieri italiani per tutte le informazioni che ci fornite, raccontando sempre la verità senza timore o sudditanza verso i poteri forti, cosa rara nel panorama dell’attuale informazione infermieristica.
Leggo con stupore la decisione degli Opi e Fnopi che in accordo con la regione Veneto, formano una figura professionale che è un ibrido dell’infermiere.
Mi sono più volte chiesta quali fossero i motivi che hanno spinto gli ordini del Veneto e la nostra Federazione Nazionale e non è ho trovato uno che fosse intellettualmente valido. Assegnare competenze agli Oss con funzione complementare, significa anche trasferire le responsabilità agli infermieri che dovrebbero “supervisionare e coadiuvare” il loro operato.
Il rapporto OSS-infermiere può essere definito quasi come di subordinazione, nel senso che l’OSS può vedersi assegnare dalla delibera del Veneto n. 305 prima e 597 poi, ma l’infermiere, mantiene l’obbligo di supervisione e la responsabilità (cosiddetta “colpa in vigilando”).
E allora perchè gli infermieri dovrebbero accettare questa ulteriore responsabilità?
Questa decisione calata dall’alto dalla nostra FNOPI e dagli Opi arriva proprio nel momento in cui sono in corso gli “Stati Generali” della professione. Quanti sono gli infermieri disposti a questo?
Nel vostro precedente articolo leggevo che la formazione verrà totalmente assegnata agli infermieri. Bene, ma siamo certi che governare il sistema formativo sia la decisione più giusta? O forse dovremmo contrastare la nascita di questa nuova figura come tra l’altro avevano fatto attraverso l’impugnazione al TAR della delibera 305 numerosi ordini infermieristici e la stessa Fnopi?
Promuovere competenze avanzate per altre figure professionali mentre gli infermieri attendono da 16 anni l’attuazione della legge 43 del 2006 (art. 6) le competenze specialistiche.
Sono tutte domande che, purtroppo, trovano risposta nei fatti.
Io credo che questa decisone allontana sempre di più la base degli infermieri, quelli che pagano la quota, dai loro rappresentanti ordinistici.
Redazione NurseTimes
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