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I cerotti, 96 anni e non sentirli! Ecco come sono nati

La storia dell’umanità è costellata di scoperte casuali che ne hanno cambiato le sorti. Non fa eccezione il mondo della scienza e della medicina.

La storia dell’umanità è costellata di scoperte casuali che ne hanno cambiato le sorti. Non fa eccezione il mondo della scienza e della medicina

Dalla penicillina scoperta a Londra, nel 1928, da Alexander Fleming, batteriologo presso il Saint Mary’s Hospital Medical School, ai Raggi X chiamati così dal fisico tedesco Wilhelm Conrad Röntgen, che stava studiando le onde elettromagnetiche e i raggi catodici e che, casualmente, mettendo la mano davanti al tubo catodico ne vide riflessa l’immagine sulla parete della stanza.

Che dire poi della scoperta dell’anestesia, che si deve a due dentisti americani?

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Horace Wells, dentista di Hartford (Connecticut), nel 1844 sperimentò su sè stesso l’efficacia del protossido come analgesico; un suo assistente William Thomas Green Morton sperimentò, invece, una spugna imbevuta di etere come anestetico, permettendo ai chirurghi del Massachussets General Hospital di Boston di operare un paziente senza che questi avvertisse alcun dolore.

Altra scoperta casuale è stata quella dei cerotti. La scoperta di questi ultimi si deve ad una coppia di giovani coniugi, Earle Dickson, un 29enne impiegato della società americana Johnson & Johnson, specializzata in prodotti medicali, e la moglie Josephine.

Josephine Dickson era una casalinga giovane ed  energica, che lavorava instancabilmente per mantenere la casa pulita e la famiglia sempre accudita.

La signora Dickson, tuttavia, era assai maldestra e spesso doveva ricorrere alle cure del marito per piccole ustioni e tagli, che si procurava, cucinando e pulendo.

Earle Dickson si occupava, per la Johnson & Johnson, di acquistare il cotone che sarebbe servito per realizzare i prodotti medicali, per cui la Ditta era rinomata. Questa competenza gli servì per realizzare i primi cerotti, così come li conosciamo oggi.

Tutto nasce dalla preoccupazione del giovane Earle di lasciare la moglie a casa, da sola, incapace di realizzare una medicazione nel caso si fosse fatta male.

Fu così che penso di utilizzare delle strisce adesive, del cotone e della crinolina per realizzare dei cerotti che la moglie potesse tagliare e usare all’occorrenza, anche in sua assenza.

Il giovane Earle, decise quindi di condividere l’idea che aveva dato il là alla scoperta dei cerotti, con l’allora Presidente della sua fabbrica James Johnson, il quale, trovandola una buona idea, decise di produrre i cerotti su larga scala.

I cerotti presero il nome di BAND – AID ed entrarono in commercio il 18 maggio 1921.  Nel primo anno di produzione furono venduti cerotti per un ammontare di 3,000 dollari.

Non molti, ma poiché, le famiglie erano il target per la vendita di questo prodotto la Johnson &Johnson decise di regalare un numero illimitato di cerotti ai Boy – Scout americani e alle famiglie disagiate e dopo qualche anno le vendite cominciarono a decollare.

Nel 1939, i cerotti furono resi completamente sterili e questo giusto poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

In quel periodo molte fabbriche furono convertite alla produzione di materiali che potessero servire per le truppe americane e lo stesso avvenne per la Johnson & Johnson che inviò milioni di cerotti all’estero. Le bende vennero incluse nei kit e nelle borse mediche.

Nel 1951 furono introdotti i primi cerotti di plastica. Agli inizi degli anni 2000 ne erano già stati venduti più di 100 bilioni.

Earle Dickson venne ripagato, per tale successo, con la vicepresidenza della Johnson & Johnson, incarico che ricoprì fino al 1957. Morì nel 1961.

Insieme, Earle e Josephine Dickson avevano creato un prodotto veramente rivoluzionario che non solo sarebbe diventato un elemento fondamentale del kit di pronto soccorso di ogni famiglia, ma che avrebbe aperto la strada a decenni di innovazione.

I cerotti, nel mondo, sono ancor oggi sinonimo di guarigione, comfort e protezione.

Ad oggi, sono stati prodotti più di cento miliardi di cerotti che nel corso del tempo si sono diversificati per soddisfare le esigenze di tutte le famiglie, negli anni venti come ai giorni nostri.

Rosaria Palermo

 

www.band-aid.com

pochestorie.corriere.it

 

 

Rosaria Palermo

Infermiera dal 1994. Attualmente, infermiera specialista del rischio infettivo presso l'ARNAS Garibaldi di Catania. Ho una laurea magistrale e due Master, uno in Coordinamento e l'altro in Management del rischio infettivo. Faccio parte del Direttivo di ANIPIO (Società Scientifica degli Infermieri Specialisti del Rischio Infettivo) dal 2016. Penso che lo scatto nella nostra professione debba essere culturale, prima di ogni cosa. Nelson Mandela diceva che la conoscenza è l'arma più potente di cui gli esseri umani dispongano, ed è ciò che permetterà alla nostra professione di ritagliarsi gli spazi che le competono.

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