Catanzaro, lo scandalo dei falsi piani terapeutici: indagati 6 medici

Il direttore del dipartimento di Ginecologia e ostetricia dell’ospedale Pugliese-Ciaccio avrebbe attestato patologie false per consentire ad alcune pazienti di accedere alla prescrizione gratuita dei farmaci.

Truffa, abuso d’ufficio e falsità ideologica. Queste le pesanti accuse mosse a Fulvio Zullo, direttore del dipartimento di Ginecologia e ostetricia dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Avrebbe prescritto 12 piani terapeutici a pazienti che non ne avevano diritto e, in molti casi (ben 96), a donne che non erano mai entrate nell’unità operativa, procurando in tal modo un danno di 60mila euro alla pubblica amministrazione. Contestazioni analoghe sono state mosse nei confronti di altri medici in servizio nello stesso reparto: Roberto Noia, Andrea Gregorio Cosco, Pullano Menotti e Saverio Miceli.

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In altre parole, Zullo avrebbe redatto diagnosi non veritiere, attestando patologie false per consentire ad alcune pazienti di accedere alla prescrizione gratuita dei farmaci. Così facendo, secondo la ricostruzione della Procura, avrebbe procurato non solo un ingiusto vantaggio alle assistite, ma anche un danno al Servizio sanitario regionale, mentre l’ospedale non avrebbe incassato le somme a titolo di ticket sanitario

(in toltale, 1.954 euro).

Non solo. Nella duplice veste di direttore del dipartimento di Ginecologia della struttura e di professore ordinario all’Università Magna Grecia di Catanzaro, Zullo era in grado di sottoscrivere atti pubblici e di essere contemporaneamente in due posti differenti. Ad esempio, in ateneo a esaminare studenti e in ospedale a operare. Sono almeno dieci i casi di “ubiquità” certificati nell’avviso di conclusione indagini notificato nei giorni scorsi agli indagati.

La stessa routine sarebbe stata adottata anche per alcune pazienti in cura nel centro di proceazione medicalmente assistita, diretto da Roberta Venturella. Sono 281 i piani terapeutici redatti in vantaggio di 177 pazienti, acquisiti dall’ospedale Pugliese, ma poi inviati a Napoli per il trattamento. In particolare, in due studi medici privati riconduncibili direttamente a Zullo, campano di origine: la Clinica Mediterranea, dove il professionista opera sin dal 2015, e la casa di cura Rueschi, di cui detiene il 50% delle quote societarie.

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