Caserta, muore d’infarto a 35 anni: fa discutere l’assenza del medico sull’ambulanza

La presenza di un camice bianco a bordo del mezzo avrebbe fatto la differenza?

Dopo la morte a Caserta di un 35enne ucraino, colpito da un arresto cardiaco e assistito da un’ambulanza senza medico in prima istanza, si scatenano le polemiche sull’assistenza emergenziale.

Nella mattinata del tragico evento, sulle due ambulanze che servono la città (e non solo) non c’erano medici a bordo. In un caso perché il medico “volontario” semplicemente non ha coperto il turno. Nell’altro perché il medico strutturato ha ricevuto l’okay a un permesso sindacale, senza essere sostituito per quel turno da altri colleghi disponibili. Secondo quanto dichiarato dal responsabile del servizio del 118 casertano, Roberto Mannella, «le possibilità di sopravvivenza del ragazzo sarebbero state uguali in presenza di un medico perché tutto il personale, anche quello infermieristico, è addestrato alla Blsd, cioè alla manovra per la rianimazione in caso di arresto cardiocircolatorio».

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Sono molti i camici bianchi che, in seguito all’accaduto, hanno parlato della manovra avanzata di rianimazione, ovvero la Acls, che prevede l’intubazione o somministrazione di adrenalina e altre formule di rianimazione avanzata, praticabile solo dal medico e non all’infermiere.

Ma è stata soprattutto l’ambulanza demedicalizzata a far divampare la polemica. «Non condivido l’assenza del medico sulle postazioni – ha detto il presidente dell’Ordine dei medici di Caserta, Erminia Bottiglieri

. In altre regioni, come la Lombardia, gli infermieri hanno occhiali speciali attraverso cui mostrano in tempo reale al medico della centrale operativa la condizione del paziente. In caso di problemi, il medico interviene físicamente, recandosi sul posto. Qui non credo si possa attuare un’organizzazione simile. Certo, non è possibile che non ci sia il medico sull’ambulanza».

«A norma di legge – ha commentato di Domenico Vitale della Uil-Fpl, qualsiasi motivazione abbia giustificato l’assenza del medico con approvazione del dirigente, questi avrebbe dovuto prevedere contestualmente la sua sostituzione, soprattutto in emergenza, e ci meravigliamo come ciò non sia stato fatto. Da non medico mi lascia perplesso la considerazione che, in caso di emergenza, la presenza di un camice bianco non avrebbe fatto la differenza. È urgente un confronto con la direzione dell’Asl».

Anche Nicola Cristiani, della Cisl-Sanità, è intervenuto: «Condanniamo l’assenza del medico sull’ambulanza: l’infermiere è un professionista ma non è responsabile terapeutico. La centrale operativa non doveva inviare l’ambulanza demedicalizzata in codice rosso. Fatto sta che bisogna prendere provvedimenti per risolvere la situazione. Visto che occorrono tempi lunghi per i concorsi, si potrebbe attivare un avviso per usufruire di medici specializzati di altre Asi».

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Mattino

 

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