Casa Divina Provvidenza e livelli occupazionali per infermieri: l’Ipasvi Bat scrive alla Universo Salute

Il presidente del Collegio, Michele Ragnatela, ribadisce la disponibilità al confronto sulla riorganizzazione lavorativa. Preoccupazione per i tanti precari in scadenza di contratto

BISCEGLIE – Un auspicio sotto forma di invito a non abbassare la guardia sui livelli occupazionali della Casa Divina Provvidenza. E’ il Collegio Ipasvi della provincia Bat (Barletta, Andria, Trani) ad accendere un faro sulla situazione nelle tre strutture sanitarie di Bisceglie, Foggia e Potenza che sono passate dalla Congregazione delle Divine Ancelle alla società “Universo Salute”.

Con una lettera invita all’amministratore unico, Paolo Telesforo e al presidente del Consiglio d’amministrazione, Michele d’Alba, il presidente dell’Ipasvi Bat, Michele Ragnatela (ma la sua iniziativa è stata condivisa da tutto il consiglio direttivo) è tornato sui livelli occupazionali del personale infermieristico all’interno della Casa Divina Provvidenza.

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Michele Ragnatela, presidente Ipasvi Bat

L’invito rivolto agli amministratori, contenuto nella lettera della quale sono stati portati a conoscenza anche le organizzazioni sindacali, è quello “di valutare la possibilità di rilanciare l’attività aziendale delle strutture sanitarie acquisiti, anche attraverso la competenza dei suoi operatori sanitari tra cui il personale infermieristico”. E’ vero, ricorda il presidente Ragnatela, che la Casa Divina Provvidenza ha dovuto affrontare difficoltà finanziarie e vicende (anche giudiziarie n.d.r.) che ne hanno caratterizzato la storia recente, ma l’auspicio è “che si possa uscire da un periodo di grande difficoltà proprio con il passaggio alla Universo Salute”.

Interlocutore al quale il Collegio Ipasvi della Bat non nasconde la preoccupazione “per la tenuta dei livelli occupazionali, vista la presenza in dotazione organica di numerosi infermieri precari in scadenza di contratto. Allo stato attuale

– aggiunge il presidente Ragnatelanon ci sono certezze di continuità lavorativa per questi colleghi e così aumenta la condizione di disagio per l’assistenza da offrire a particolari pazienti al quale si associa la poca serenità degli operatori sanitari; serenità che, invece, ogni lavoratore dovrebbe avere nei luoghi di lavoro”.

Ragnatela offre anche un altro punto di vista in questa riflessione: “Dobbiamo considerare il fatto che i pazienti ricoverati presso la Casa Divina Provvidenza e i loro parenti hanno diritto ad un’assistenza in grado di garantire la migliore qualità delle prestazioni connesse ai bisogni di salute degli stessi pazienti; che i ricoverati devono vedersi garantito il diritto alla salute, alla sicurezza, ad interventi sanitari equi e corrispondenti ai reali bisogni; gran parte dei pazienti ricoverati in quelle strutture – conclude il presidente dell’Ipasvi Bat – sono particolarmente fragili, spesso senza altre tutele e rappresentanze”.

La conclusione è scontata a giudizio di Ragnatela: “Tutti devono prendersi le proprie responsabilità gestionali e professionali, e ognuno deve sentirsi investito dell’obbligo etico e morale di non abbandonare i pazienti che sono ricoverati nelle strutture della Casa Divina Provvidenza”.

E’ consapevole, il presidente Ragnatela, della riorganizzazione che interesserà tutte le figure sanitarie all’interno delle tre strutture acquisite dalla “Universo Salute” e per questo chiude la sua lettera all’amministratore della società con un invito: “L’Ipasvi si pone come interlocutore privilegiato sulla riorganizzazione lavorativa delle strutture”.

 

Salvatore Petrarolo

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