Medici

Calabria e medici cubani. Occhiuto: “Un’alternativa al costoso sistema delle cooperative private”

Il governatore spiega le ragioni di questa scelta temporanea, da attuare “fino a quando non saranno espletati con esiti positivi tutti i concorsi”. E denuncia quella che definisce una “distorsione nel mercato del lavoro negli ultimi anni”.

In Calabria fa discutere la scelta di reclutare medici da Cuba per far fronte alla carenza di personale. Una scelta ratificata lo scorso 17 agosto con la firma di un accordo tra il governatore Roberto Occhiuto (foto) e la Società dei medici cubani. Come riferito dallo stesso Occhiuto a margine della sottoscrizione, “il governo caraibico puó mettere a nostra disposizione 497 medici con diverse specializzazioni fino a quando non saranno espletati con esiti positivi tutti i concorsi“.

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I primi sanitari, che arriveranno a settembre, dando il via alla fase sperimentale della collaborazione, saranno quelli che conoscono e parlano l’italiano. “Gli altri – spiegava sempre il presidente della Regione -, prima di prendere servizio, faranno corsi intensivi per apprendere presto e bene la nostra lingua. A ogni modo i medici cubani saranno sempre affiancati dai nostri operatori sanitari”.

Nei giorni seguenti, però, non sono mancate le polemiche, alle quali Occhiuto risponde ora così: “La misura relativa all’arrivo in Calabria di medici provenienti dalla Repubblica di Cuba non è alternativa ai concorsi, che anzi stiamo facendo, anche più di prima. Però alcuni ospedali hanno carenza di medici. Bisogna scegliere tra la chiusura degli ospedali e il loro mantenimento in vita con questi medici esteri, che possono darci una mano. Ritengo che un medico in grado di salvare una vita valga più di mille polemiche”.

E ancora: “La prossima settimana presenteremo agli Ordini dei medici e ai sindacati un pacchetto per il reclutamento, che prevede l’avvio di nuovi concorsi a tempo indeterminato, manifestazioni d’interesse per prestazioni aggiuntive e altri interventi utili a colmare il vuoto di organico negli ospedali calabresi, che comunque si registra in tutti gli ospedali italiani. Stupisce che chi fa polemica non guardi le tivù nazionali e non veda che questo problema c’è anche in Lombardia, in Veneto. Se sono in sofferenza quelle regioni, figuriamoci la Calabria, che resta poco attrattiva”.

Occhiuto è convinto che la scelta di reclutare medici cubani abbia toccato interessi forti, quantificabili in “centinaia di milioni di euro”, e punta il dito contro quella che considera una “distorsione nel mercato del lavoro dei medici negli ultimi anni”, riferendosi così alle cooperative di medici, “rimaste anche dopo l’emergenza Covid».

Un concetto che il governatore precisa in questi termini: “Tanti si dimettono dal pubblico e vanno a lavorare in tali cooperative. Si pensi che con questa scelta un giovane anestesista può passare da 2.300 a 2.300 euro ogni due giorni. Si stanno toccando interessi straordinari. Fate il conto di quanto costa reclutare medici a prezzi di 1.000-1.800 euro al giorno: un medico può costare 50mila euro al mese rispetto ai 6.700 euro di spesa per un medico assunto dal pubblico. È un conto facile da fare: con le cooperative si sottraggono 43mila euro alla cura dei cittadini”.

Aggiunge Occhiuto: “Questa è una distorsione che mette in ginocchio i sistemi sanitari regionali. Vorrei scoprire se ci sono medici che fanno i procacciatori di affari per società interinali e cooperative. La nostra iniziativa può toccare il fatturato di queste cooperative private nell’ordine di centinaia di milioni di euro. Per questo c’è tanta violenza nel contrastare l’iniziativa, che non è sostitutiva del reclutamento dei medici”. E conclude: “Ciò che accade in Calabria ha avuto ribalta nazionale perché diventiamo apripista rispetto ad altre regioni”. 

Redazione Nurse Times

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