A chi non sarà capitato di ricevere la visita di un prete durante il turno di lavoro o in occasione di un periodo di degenza?
Regolarmente è possibile vedere uomini e donne di Chiesa aggirarsi frettolosamente tra le corsie degli ospedali per offrire un saluto, una confessione o un momento di preghiera.
A molti potrebbe sembrare una semplice opera di bene, proprio come dovrebbe essere, ma in realtà parrebbe non essere così.
La Curia, dopo il contratto rinnovato nel 2017 con l’Asl di Viterbo, ricevere la bellezza di 100.000 euro ogni anno come contributo per il sacerdote presente in ospedale. A pagare questa lauta “oblazione” sarebbe proprio la Azienda Sanitaria, come risulta dal contratto stipulato.
Non si tratterebbe quindi di un semplice scopo umanitario, ma di mero business. La delibera è visionabile cliccando qui.
Questa non rappresenta che una goccia nel mare dei milioni di euro che le aziende sanitarie dichiarano di non avere per gli infermieri, ma che invece hanno per stipulare contratti esorbitanti per avere un “prete in corsia”.
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