Infermieri

Asl Toscana Centro, “Blocco straordinari e mobilitazione se non si provvede subito al piano triennale di assunzioni”

Lo dice il sindacato autonomo Nursind, che aggiunge: “Mancano infermieri nei reparti e sulle ambulanze. Basta con precariato, turni massacranti e appalti ai privati: serve una pianificazione”.

“Sono 367 gli infermieri che andranno in pensione nel triennio 2018-2020 nell’area dell’Asl Toscana Centro e 127 le cessazioni di servizio previste tra gli operatori sociosanitari, a fronte di un piano di assunzioni carente e soprattutto non basato sul reale fabbisogno dei reparti, mentre si continuano ad appaltare all’esterno pezzi importanti di servizio pubblico. Questa situazione non è più tollerabile”. Questa la posizione del Coordinamento Toscana Centro di Nursind, sindacato autonomo degli infermieri.

“Nel prossimo triennio l’Asl Toscana Centro prevede di assumere 448 infermieri e 119 Oss, ovvero solo 81 infermieri in più rispetto all’organico attuale, già carente e sotto forte stress, e addirittura 8 operatori sociosanitari in meno”, dichiara Gianni Piccini (foto), responsabile del Coordinamento.

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“Abbiamo richiesto un incontro all’Azienda – aggiunge Giampaolo Giannoni, coordinatore regionale Nursind – poiché riteniamo il piano triennale delle assunzioni gravemente carente. In mancanza del raggiungimento di obiettivi comuni, metteremo in atto gli strumenti in nostro possesso, quali lo stato di agitazione del personale e il blocco dello straordinario”.

Aggiunge Piccinni: “L’Azienda va avanti solo grazie alla professionalità, alla dedizione e allo spirito di sacrificio dei dipendenti, nonostante le condizioni difficilissime in cui si trovano a lavorare. Abbiamo chiesto più e più volte di far fronte alla diminuzione di posti letto, potenziando i servizi territoriali, ma senza risultato. Nel frattempo si sono aperti nuovi servizi, è stata potenziata l’attività della traumatologia, i blocchi operatori hanno avuto aumenti clamorosi nel numero delle prestazioni e ci troviamo in carenza di infermieri anche per le 

ambulanze infermieristiche e per le auto mediche”.

E ancora: “Da anni operiamo in una situazione in cui il rapporto tra infermieri e pazienti varia da 1 a 11, fino a 1 a 14 per degenze mediche e chirurgiche, contro un rapporto ottimale di un infermiere ogni 6 pazienti. Nell’Empolese il rapporto infermieri/pazienti sfiora l’1:12. Stessa cosa per l’area di Prato, mentre a Firenze varia tra 1:8 e 1:10, sempre al di sopra della condizione ideale. Senza contare che spesso l’infermiere si trova a dover sopperire anche alle funzioni dell’Oss, per la carenza anche di queste figure”.

Ma non basta: “I dipendenti sono sempre più anziani per la mancanza del turnover e alcuni non possono essere considerati operativi al 100% per problemi di salute. Eppure si va avanti con turni massacranti, facendo leva sulla disponibilità delle persone e sulla loro dedizione al lavoro. E anziché pianificare assunzioni in grado di sopperire sul medio-lungo periodo al fabbisogno, si continua ad appaltare al privato. È il caso di assistenza carceraria, centri prelievi e assistenza sanitaria per i cantieri dell’alta velocità. Non siamo più disposti a tollerare tutto ciò”.

In conclusione, Piccinni lancia un appello: “Nursind chiede all’Azienda di rivedere il piano, mettendo in atto quanto richiesto per il calcolo del fabbisogno di personalelimitando il precariato e iniziando una vera analisi organizzativa che preveda da subito la sospensione delle pronte disponibilità non previste dal contratto, oggi unico strumento di gestione delle assenze”.

Redazione Nurse Times

 

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