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Apnee notturne: i test per la diagnosi

Prima della visita può essere importante eseguire un’autovalutazione dei disturbi del sonno.

Esistono diversi test che possono aiutare a diagnosticare disturbi come le apnee notturne (sleep apnea) prima di effettuare una visita. I più comuni sono il questionario di Epworth e il questionario di Berlino. Si tratta di due test approvati dalla comunità medico-scientifica e utilizzati in tutto il mondo per eseguire un’iniziale autovalutazione in merito ai disturbi del sonno.

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Si parla di sindrome delle apnee ostruttive del sonno quando sono soddisfatti i seguenti requisiti:

  • registrazione di almeno cinque apnee o ipopnee per ora di sonno, in presenza di altri sintomi come respiro affannoso, sonnolenza e stanchezza diurna, sensazione di soffocamento, risvegli frequenti ecc.;
  • numero di apnee o di ipopnee uguale o superiore a 15 eventi/ora di sonno, non in presenza di altri sintomi o comorbilità (cioè la coesistenza di più patologie diverse).

Questionario di Epworth (ESS Epworth Sleepiness Scale) – Questo test di autovalutazione è composto da otto domande e fornisce un’idea del livello di sonnolenza diurna e la tendenza ad addormentarsi durante i comuni momenti della vita quotidiana. La sonnolenza diurna è uno dei sintomi chiave per diagnosticare le apnee nottune. Il questionario di Epworth, introdotto nel 1991, è ormai uno standard mondiale per la valutazione della sonnolenza. Il test classifica la persona secondo tre livelli di rischio: alto, medio, basso.

Questionario di Berlino – Si tratta di un test di screening composto da tre categorie, utilizzato per identificare la presenza di situazioni di rischio legate a disturbi respiratori nel sonno, come le apnee notturne. Se due o più sezioni del questionario risultano positive, significa che è presente una situazione di rischio. La diagnosi della sindrome delle apnee notturne è inoltre formulata sulla base di criteri sintomatici ed esami come il monitoraggio cardiorespiratorio completo. Questo tipo di esame permette di registrare cosa avviene durante il sonno, rilevando eventuali casi di apnea-ipopnea (rispettivamente, completa e parziale ostruzione delle vie aeree superiori) o altre malattie anche nei casi di più difficile interpretazione o gravità clinica.

Monitoraggio cardiorespiratorio o poligrafia – Il monitoraggio cardiorespiratorio è un esame diagnostico strumentale non invasivo e indolore in grado di rilevare diverse attività durante il sonno del paziente, in particolare: russamento, ossigenazione del sangue, movimenti del corpo, microrisvegli, frequenza cardiaca, qualità del sonno. L’esame è eseguito solitamente al domicilio del paziente (per casi delicati o più gravi che necessitano di strumenti più sofisticati invece viene svolto in ospedale) tramite uno strumento chiamato poligrafo, dotato di elettrodi e sensori che vengono collegati alla persona che deve effettuare l’esame. Il monitoraggio del sonno dura tutta la notte, i risultati dovranno poi essere esaminati da uno specialista.  

Redazione Nurse Times

Fonte: VitalAire

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