La visita cardiologica per i più piccoli fatta a distanza, senza doverli portare in ospedale. Ma con dietro gli specialisti dell’Ospedale Buzzi di Milano, che valutano gli esami da remoto e inviano i referti direttamente al pediatra che li segue. È la telecardiologia pediatrica dell’Ospedale dei Bambini, che dopo una prima fase di sperimentazione andrà a regime.
«Tutto è nato durante la pandemia e dalla piattaforma che avevamo creato per seguire a domicilio i malati di Covid dimessi dagli ospedali». A parlare è Gian Vincenzo Zuccotti, direttore della Pediatria del Buzzi e preside della facoltà di Medicina della Statale. Il riferimento è al Centro operativo dimessi, una sorta di ospedale digitale mandato avanti dagli specializzandi, che aveva permesso di seguire a distanza e non lasciare soli 50mila pazienti.
«L’emergenza sanitaria ci ha fatto capire che la telemedicina poteva aiutarci a riavvicinare l’ospedale al territorio – prosegue il primario -. Così abbiamo iniziato a sperimentare altre attività, puntando a creare un vero e proprio ospedale virtuale».
Da tempo al Buzzi si cerca di dimettere i bambini qualche giorno prima per poi monitorarli e visitarli a distanza: «Un modo per facilitare la vita ai genitori e riportare i bimbi a casa prima». Ed ecco il nuovo tassello, ossia la telecardiologia: «Abbiamo fornito a un gruppo di pediatri di famiglia che lavorano in associazione elettrocardiografi collegati direttamente alla piattaforma».
«Sono stati eseguiti più di 130 Ecg su bambini fra 5 e 13 anni, con completa affidabilità del sistema di trasmissione», dice Zuccotti. Un sistema che permette di rispondere al bisogno dei medici del territorio di individuare in tempi rapidi i piccoli pazienti con una sospetta patologia cardiaca. «Ma che consente anche ai genitori di risparmiare tempo per la prenotazione dell’esame, di perdere meno ore di lavoro, evitando ai bambini di dover andare in un ambiente ospedaliero e all’ospedale stesso di ridurre le liste d’attesa».
Da qui la decisione del Buzzi di mettere a regime il servizio. «Mi aspetto che Ats e Regione si facciano carico di proseguire su questa linea – aggiunge Zuccotti -, fornendo ai pediatri in associazione, che hanno già fatto richiesta, gli strumenti per garantire questo tipo di visite, perché diventi pratica quotidiana di tutti».
I pediatri, già oberati di lavoro, saranno d’accordo nell’accollarsi anche questa incombenza? Zuccotti non ha dubbi: «Sono stanchi della burocrazia che li avvilisce, come i medici di famiglia. Questo è un modo per ridare ai medici del territorio un ruolo centrale».
Redazione Nurse Times
Fonte: la Repubblica
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