Aggressioni agli operatori sanitari dell’Ausl Romagna: richieste e proposte di Nursing Up

Riceviamo e pubblichiamo una nota firmata dal segretario dell’Area Vasta Romagna, Gianluca Gridelli, e indirizzata a: direzione generale Ausl Romagna; questori di Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena; direttore U.O. Gestione economica risorse umane Ausl Romagna; RLS Ausl Romagna; C.U.G. (Comitato unico di garanzia) Ausl Romagna; presidente della CTSS Romagna; Lucchi Paolo, sindaco di Cesena. E per conoscenza a: sede legale Nursing Up AVR; Opi romagnoli.

Le cronache di quest’ultimo periodo riportano con sempre maggior frequenza episodi di violenza nei confronti dei nostri professionisti, sempre più esposti al rischio di subire aggressioni da pazienti e familiari. Si tratta di eventi che possono portare a gravi lesioni e/o morte, come accaduto lo scorso anno nel bresciano dove una tecnica della riabilitazione psichiatrica ha perso la vita accoltellata da un paziente psichiatrico.

L’ultimo caso di violenza è stata alcuni giorni fa presso il P.S. di Rimini, dove una delle infermiere addette al triage  è stata presa a schiaffi da una donna che ha avuto libero accesso ai locali adibiti al triage e soggetti a recente ristrutturazione, lasciati purtroppo incompiuti e che favoriscono il libero passaggio di chiunque compreso malintenzionati!

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Il National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH) definisce la violenza nel posto di lavoro come “ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro”. Nursing Up crede che la maggior parte degli atti di violenza contro gli operatori sanitari siano prevenibili, contrariamente al pensiero fatalistico di qualche dirigente o preposto per la sicurezza. Per questo, al fine di prevenire questi avvenimenti, Nursing Up chiede con forza alla direzione generale e a tutte le SS.LL. in intestazione, di adempiere tempestivamente agli obblighi, tra l’altro sanzionabili, previsti dal D.Lgs. 81/2008.

In particolare, al datore di lavoro, si chiede di:

– effettuare un’approfondita, dettagliata e precisa valutazione del rischio “aggressione” nelle strutture dell’azienda partendo dalle realtà in cui si sono verificati gli atti di violenza (servizi di emergenza-urgenza, area psichiatrica, Sert…);

– adottare le idonee misure preventive e protettive, individuate nella valutazione di cui sopra, che consentano l’eliminazione o la riduzione delle condizioni di rischio presenti nelle strutture aziendali;

– applicare immediatamente la “Raccomandazione per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari” n. 8 del ministero della Salute del novembre 2007, rivolta a tutte le strutture sanitarie ospedaliere e territoriali. Si tratta di un documento illuminante e di riferimento, che nella nostra azienda non ha mai avuto piena applicazione e con cui s’intende incoraggiare l’analisi dei luoghi di lavoro e dei rischi correlati e l’adozione di iniziative e programmi, volti a prevenire gli atti di violenza e/o attenuarne le conseguenze negative.

Relativamente ai fattori di rischio riportati nella raccomandazione, Nursing Up segnala alcune problematiche presenti in tutto il territorio della Ausl Romagna:

– la carenza di formazione specifica del personale nel riconoscimento e controllo dei comportamenti ostili e aggressivi tenuti anche da pazienti stranieri;

– la difficoltà di stabilire un efficace coordinamento con le forze di polizia; di fatto la collaborazione con queste forze può risultare a volte scarsa, se non del tutto assente. A titolo di esempio, da testimonianze raccolte, quando chiamati in supporto, gli agenti arrivano con tempi lunghissimi o non entrano nei servizi con la scusa che sono armati;

– l’aumento di pazienti psichiatrici (anche di provenienza straniera) di difficile gestione; si tratta di pazienti che, in regime di TSO (trattamento sanitario obbligatorio) e ASO (accertamento obbligatorio), oppongono un netto rifiuto alle cure;

– l’assenza di un sistema informativo dettagliato in cui registrare tutti gli episodi di violenza occorsi ed elaborare le informazioni raccolte al fine di definire ogni necessaria misura di prevenzione; si ritiene opportuno registrare anche il nominativo del soggetto che ha tenuto il comportamento violento;

– il sovraffollamento nelle sale di attesa;

– apposite “barriere filtro” nei punti di front office (vedi triage), al fine di non avere contatto diretto fra operatore e utenza.

 Il sindacato Nursing up vuole essere soggetto proattivo e promotore di iniziative che possano individuare e stimolare tutta una serie di atti e iniziative volte a tutelare maggiormente il personale, che risulta essere particolarmente esposto nei servizi/reparti di Urgenza/Emergenza (pronto soccorso, 118) e dell’area della Salute mentale (Spdc, Csm).

Oltre all’adozione delle azioni previste nella Raccomandazione n. 8 del ministero della Salute, Nursing Up propone di:

– aumentare le risorse umane: non si può continuare a lavorare sotto organico; gli operatori sanitari devono essere in numero adeguato a poter soddisfare tutte le esigenze assistenziali dell’utente; parte dei conflitti che scaturiscono da lunghe attese verrebbero meno;

– riproponiamo la sperimentazione del cd “turnino” 6×4: riteniamo che nei PP.SS. turni più corti possano contribuire ad avere il personale sanitario più lucido e sicuramente più accorto nella gestione di eventuali “problematiche” che potrebbero insorgere.

– elaborare progetti educativi rivolti anche agli utenti; 

 – a livello legislativo: elaborare una specifica disciplina in ambito prevenzionistico;

 – implementare la partecipazione da parte dell’azienda a sostegno del procedimento penale intentato dall’aggredito. L’azienda si potrebbe costituire parte civile nel procedimento penale ogniqualvolta si verifichino atti di violenza e aggressione a danno degli operatori sanitari, oppure potrebbe sostenere le spese legali del dipendente aggredito. Si consideri che, comunque, avviene sempre e comunque una interruzione di pubblico servizio;

– elaborare una procedura aziendale per la prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari;

 – strutturalmente, prevedere anche zone di sicurezza dove il personale può rifugiarsi in attesa del soccorso da parte di altri operatori esterni;

 – implementare il numero di agenti della Polizia di Stato all’interno dei nostri presidi;

– definire un protocollo d’intesa tra Ausl Romagna e forze dell’ordine che regolamenti le modalità di collaborazione per la gestione di questi casi;

– implementare la presenza di mediatori culturali.

In merito alle aggressioni ai danni degli operatori sanitari, anche la giurisprudenza si sta esprimendo in merito. Una sentenza della Corte di Cassazione, sezione Lavoro, ha riconosciuto le responsabilità di un’azienda ospedaliera di Palermo per non aver garantito la sufficiente sicurezza a un infermiere aggredito durante lo svolgimento del suo lavoro. È questo il principio per cui la Cassazione ha condannato l’azienda palermitana a risarcire il danno biologico, morale, professionale e patrimoniale all’infermiere, aggredito da un paziente mentre lavorava in pronto soccorso.

Occorre infine sottolineare cha anche la Federazione nazionale degli Ordini dei medici (FNOMCEO) ha già lanciato un appello al Governo e alle Regioni tramite specifica mozione, chiedendo un intervento per potenziare il monitoraggio di questi atti violenti e per verificare che le condizioni organizzative siano più idonee.

Le paure e preoccupazioni generano situazione di stress lavoro-correlato e portano spesso il lavoratore ad assumere un atteggiamento più chiuso e più distaccato nei confronti dell’ assistito, che compromette il ruolo terapeutico della relazione. Riteniamo, pertanto, che la problematica sia rilevante e debba essere al più presto affrontata attraverso il coinvolgimento di più figure e servizi (direzioni, servizio legale, servizio di prevenzione e protezione, medico competente, RLS, forze di polizia…).

È giunto il momento di dire basta alle aggressioni nelle nostre strutture ospedaliere e territoriali. La nostra O.S. vigilerà attentamente sull’adozione da parte della Ausl Romagna di misure preventive atte a tutelare il benessere psicofisico del dipendente, pronta a tutelare i nostri professionisti.

Copia della presente viene inviata alla sede legale del Nursing Up al fine di attivare tutte varie ed eventuali azioni a  tutela dei diritti dei lavoratori.

In attesa di riscontro, si porgono distinti saluti.

La segreteria Nursing Up AVR
Gianluca Gridelli

 

Redazione Nurse Times

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