Normative

ADI: “Siamo sicuri che gli Infermieri sono pronti al cambiamento?”

La professione Infermieristica, in quasi tutti i paesi Europei, sta conseguendo notevoli sviluppi in termini di formazione, competenze e specializzazioni, consentendo alla professione stessa di acquisire prestigio e riconoscimento sociale oltre che una retribuzione degna di una professione che si dice “Intellettuale”.

Gli Infermieri Italiani sanno benissimo come nessuna delle previsioni normative, prodotte nell’ultimo vent’ennio, ha avuto una reale attuazione, a partire dalla Legge 42. 1999 che ha rappresentato indubbiamente un punto di svolta, almeno sulla carta, passando per la Legge 43 del 2006.

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Le succitate leggi, infatti, hanno eliso il concetto di ausiliarità della professione infermieristica rispetto a quella medica, riconoscendo un proprio campo di attività e di autonomia, la revisione del percorso formativo, Lauree, Master e percorsi formativi vari hanno fatto il resto dando a tutti gli effetti le connotazioni di una professione Intellettuale.

In questo contesto è impossibile non rendesi conto della palese dicotomia che investe la professione, non c’è di fatto nessuna reale corrispondenza tra quanto previsto dalla normativa e quanto avviene nei servizi sanitari.

Gli Infermieri di fatto svolgono le stesse identiche attività che svolgevano 40 anni fa, a dispetto di Leuree, Dottorati, Master ed ECM vari !!!!

Pe questa assurda e incomprensibile dicotomia abbiamo cercato sempre un colpevole: Il collegio IPASVI, che ha senz’altro la sua quota parte di colpe, i sindacati, che in molti casi hanno svenduto la professione, ma ricordiamoci soprattutto della responsabilità degli stessi Infermieri.

A leggere alcuni conversazioni che avvengono nei social, facebook in primis, ci si chiede se il problema non sia principalmente e fondamentalmente culturale, basta scrivere “padella, piuttosto che “pannolone” per assistere ad un interminabile susseguirsi di commenti, alcuni dei quali rivendicano con orgoglio il diritto ad usarli adducendo le più bizzarre motivazioni, e già,  pare che per cambiare un pannolone sia necessaria una laurea. Infatti durante l’esecuzione di questa pratica ci si può rendere conto di eventuali problematiche, piaghe e problemi dermatologici vari, ma il dermatologo prima di sottoporre a visita un paziente forse procede personalmente a fargli la doccia????

Dunque a volte non ci si rende conto di quanto ridicoli si diventa nel giustificare alcune pratiche che nulla hanno a che vedere con un professionista, essendo pratiche che svolgono tutti i giorni badanti e assistenti vari in tutte le case (quelli che tutta la giurisprudenza definisce “meramente elementari”).

La cosa che lascia basiti e che queste affermazioni spesso provengono da coloro che dovrebbero sentire la responsabilità di spingere la professione verso un’evoluzione a passo con quanto avviene nel resto dei paesi Europei, verso l’affermazione della tanto decantata autonomia professionale, invece leggiamo frequentemente ordini di servizio e disposizioni, a volte surreali, avallati sistematicamente da Dirigenti Infermieristici e coordinatori i quali non perdono tempo a citare impropriamente l’ormai famigerato Art. 49 del c.d. dando spesso una fuorviante interpretazione.

In ultima analisi: Gli Infermieri sono davvero pronti al cambiamento???

Matteo Incaviglia

Segr. Sicilia Associazione Avvocatura di Diritto Infermieristico.

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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Giuseppe Papagni

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