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Abusi sull’infermiera narcotizzata: medico arrestato per violenza sessuale

Gravissima accusa per Andrea Carlo Pizzi, anestesista di 52 anni. “È la terza volta che fai ‘sta roba qua – dice la donna nel corso di una telefonata registrata -. Non posso aprire gli occhi e vederti nudo”.

“È la terza volta che fai ‘sta roba qua, è la terza volta! E tu sei un medico, sei… Invece di fare un’intramuscolo, abusi. Ma ti rendi conto?”. La sfuriata telefonica di un’infermiera è stata interamente registrata e trascritta dai carabinieri di Turate (Como), che hanno ricevuto la sua denuncia, e hanno poi arrestato Andrea Carlo Pizzi (foto), 52 anni, primario di Anestesia alla clinica Villa Aprica di Como, accusato di aver narcotizzato e abusato sessualmente della donna.

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Durante la telefonata il medico cerca di ridimensionare l’accaduto, ammettendo però di aver sottoposto la vittima ad abusi sessuali mentre era sotto l’effetto sedativo di un farmaco antidolorifico da lui stesso iniettato per un dolore alla spalla che in passato aveva causato reazioni avverse alla donna.

“Io potrei essere la tua fidanzata, la tua amica o chicchessia – prosegue la vittima -, ma tu non puoi permetterti una cosa del genere. Non puoi, quando sai benissimo che ho una reazione avversa… Tu mi metti una coperta e stai lì, ma non fai niente, niente! Io non posso aprire gli occhi e vedere che sei nudo. Non è possibile! Ma ti rendi conto della gravità?”. E il medico risponde: “Sì”. Lei insiste e gli chiede conto della violenza, finché Pizzi riconosce: “Ti ho abusata”. Poi, quando la donna minaccia di denunciarlo, ritratta: “Ma sto scherzando, non ho fatto niente”.

Un mese dopo, interrogato dal pm, Pizzi riferirà di aver risposto in quel modo solo per “chiudere la telefonata, perché non ce la facevo più”. Nei giorni successivi, stando a quanto emerso dall’analisi dei suoi telefoni e computer, si era informato su argomenti precisi: “Stupro con farmaci” e “Risarcimento spese processuali”. Pizzi, secondo il gip, avrebbe ridotto la vittima a “mero strumento di soddisfacimento dei propri istinti sessuali”, mostrando di “non percepire il valore insito in ogni persona umana”.

Tutto è iniziato la sera del 1° luglio, quando i due, che in passato avevano intrattenuto una relazione sentimentale, erano fuori a cena e lei ha accusato un forte dolore alla spalla, dovuto a un precedente infortunio. Pizzi l’ha quindi invitata a casa, dove le avrebbe somministrato il farmaco incriminato. All’indomani la donna si è svegliata nuda nel letto del suo ex, con lui accanto. Avendo capito cosa fosse successo, qualche giorno dopo ha chiamato il medico e, registrando la telefonata, ha tentato di fargli ammettere la violenza. Alla Procura il compito di stabilire l’attendibilità di quanto detto in quella conversazione.

Oltre ache a Como, il dottor Pizzi, residente a Varese, riceveva i suoi pazienti anche in una clinica privata di Saronno. Quella denunciata dall’infermiera, come si evince dalle parole della stessa, non sarebbe l’unica violenza da lui perpetrata. Al medico sono infatti contestati altri due episodi analoghi. Gli abusi non sarebbero mai avvenuti nelle cliniche dove lavorava, bensì a casa sua.

Redazione Nurse Times

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