Notizia che, in altri momenti storici, probabilmente finirebbe tra le brevi di cronaca o forse neanche in quelle. Invece la notizia, che purtroppo ci riguarda da vicino, merita di essere portata all’attenzione dei nostri lettori e non per chiedere solidarietà di maniera o mettere le mani avanti. Lo facciamo perché la querela della presidente Mangiacavalli arriva come risposta alle nostre inchieste sui compensi riconosciuti al portavoce della Fnopi, il dottor Tonino Aceti.
Cosa ha spinto la Mangiacavalli a spendere i soldi degli iscritti alla Fnopi, per avviare un’azione legale contro Nurse Times?
In attesa degli esiti giudiziari della vicenda, proviamo a ricostruire la storia per la quale, se sarà il caso, dovremo difenderci davanti ai giudici.
La colpa di Nurse Times è stata quella di aver scritto del compenso riconosciuto al portavoce della Fnopi, Tonino Aceti.
Ammettiamo di aver esagerato (ma non di molto), sulla cifra annuale che sarebbe stata riconosciuta al portavoce: nel nostro primo articolo di una lunga inchiesta, ci siamo spinti ad ipotizzare (ma verificando alcune fonti) una cifra attorno ai centomila euro.
C’è voluta però quella puntura per spingere la Fnopi a rendere trasparente il compenso: così abbiamo appreso che non si trattava di centomila euro, ma di qualcosa di meno (viaggiamo tra gli 80 mila e i 90mila euro annui).
E, negli articoli successivi, abbiamo corretto il tiro sulle cifre, senza però che cambiasse la sostanza della vicenda.
Perché abbiamo ritenuto e lo pensiamo ancora oggi, che era nostro diritto chiedere conto alla Fnopi di un incarico ben remunerato (quello c’era e non si può smentire, né può essere definita una fake news) che però, a nostro giudizio, pochi risultati ha prodotto per gli infermieri italiani in termini di rappresentanza politica ai tavoli istituzionali.
Ci siamo permessi di esprimere un giudizio politico sulle scelte della Mangiacavalli che, di rimando, ci querela (con i soldi degli iscritti) probabilmente per intimorirci.
Noi affronteremo il giudizio di questa querela pagando di tasca nostra (in tutti i sensi) e non avendo alle spalle una Federazione grazie alla quale c’è chi alza la voce.
Salvatore Petrarolo
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