Stipendio d’oro al portavoce Aceti. La Fnopi minaccia azioni legali contro NurseTimes

Riceviamo e pubblichiamo la nota della FNOPI in risposta al nostro articolo dal titolo “Fnopi: circa 10mila euro al mese al portavoce della presidente Mangiacavalli?” (Vedi articolo) e ripreso dall’On. Stefania Mammì (M5S) “FNOPI: On. Stefania Mammì (M5S), STIPENDI D’ORO al portavoce” (Vedi articolo)

“In merito alle affermazioni circa “guadagni d’oro” che verrebbero corrisposti al portavoce della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (10 mila euro al mese), Tonino Aceti, la FNOPI smentisce categoricamente tale notizia. Al portavoce – come è verificabile nell’area “amministrazione trasparente” della Federazione dalla relativa delibera regolarmente pubblicata e basata sui presupposti descritti dalla legge 150/2000 per quel che attiene la figura del portavoce, è corrisposta una cifra annuale lorda pari a 90mila euro, in linea con quella percepita da figure analoghe di altri Enti, che diventa al netto delle tasse versate allo Stato pari a circa 52mila euro e quindi inferiore a quanto mendacemente dichiarato.

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 E questo a fronte di un’attività di comunicazione, dialogo e interlocuzione istituzionale costante, che ha dato finora ben più di un risultato.

“Non può essere dimenticato – afferma il Comitato centrale della Federazione – come il ruolo e le funzioni del portavoce all’interno della struttura organizzativa della Federazione, siano stati presentati all’intero Consiglio Nazionale e da questo condivisi e apprezzati, attraverso la Relazione programmatica della Presidente e del Comitato Centrale per il 2019. Allo stesso modo e nella stessa riunione del 15 dicembre 2018 – aggiunge – tutti i presidenti degli OPI grazie all’approvazione all’unanimità del bilancio di previsione 2019, analiticamente presentato in tutti i suoi dettagli dal tesoriere della FNOPI, e a tutt’oggi regolarmente pubblicato nella relativa sezione ‘Amministrazione Trasparente’ del sito web istituzionale della Federazione, hanno verificato e approvato l’impegno economico relativo proprio alla figura del portavoce”.

 Con successiva delibera infine n. 224/18 il Comitato Centrale ha regolarmente conferito l’incarico di portavoce a Tonino Aceti, confermando così la totale trasparenza del proprio operato. Il compenso poi è erogato sulla base di un contratto co.co.co a termine, con regolare busta paga e sono altrettanto regolarmente versati, come detto, gli oneri dovuti allo Stato.

 La Fnopi e i componenti del nuovo Comitato centrale, eletto recentemente, è stata sottoposta finora a attacchi pretestuosi e strumentali, anche attraverso notizie che con la professione infermieristica non hanno nulla a che fare e che comunque sono superate e chiarite nei fatti e nelle dinamiche. Per questo la Federazione intende evitare ulteriori danni di immagine a singoli e alla professione rispetto ad affermazioni di soggetti che, incapaci di instaurare un dialogo costruttivo, non condividono probabilmente per questioni personali, le azioni politiche e le scelte conseguenti.

 A questo punto quindi, proprio per la tutela della professione infermieristica, considerando anche la presa di posizione di altri soggetti istituzionali la FNOPI intende intraprendere la strada della difesa giudiziale e della tutela professionale e deontologica non solo del singolo, affiancando il portavoce nella azione legale che promuoverà per essere stato accusato ingiustamente, ma della comunità infermieristica nel suo insieme, per quella parte di essa che con certi atteggiamenti non ha davvero nulla a che fare.

Inoltre, data la natura e gli strumenti utilizzati per l’attacco diretto, l’azione legale verrà inoltrata all’ordine dei giornalisti competente per territorio, all’ordine nazionale dei giornalisti e alla sezione stampa del Tribunale competente anch’esso per territorio in quanto in conflitto con il ”Testo unico dei doveri del giornalista” in vigore dal 1° gennaio 2021 in cui si specifica che “è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo (dei giornalisti, n.d.r.) inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede”, Obbligo evidentemente disatteso in questo caso”.

Prendiamo atto della nota di chiarimento della Fnopi anche se, sinceramente, non riusciamo a cogliere fino in fondo il senso “dell’avviso ai naviganti” lanciato a conclusione del lungo comunicato stampa che pubblichiamo integralmente.

Nell’articolo relativo ai compensi per il portavoce della Fnopi è stato sollevato solo un quesito visto che della delibera relativa all’affidamento dell’incarico non c’era traccia (e non crediamo che ci fosse sfuggita in maniera malevola nel nostro spulciare sul sito che riguarda la trasparenza degli atti).

Sarebbe bastato rispondere solo a quel dubbio con la pubblicazione integrale della delibera in questione, per togliere tutti i dubbi al nostro giornale e, crediamo, a decine di migliaia di infermieri in tutta Italia.

Non c’è nessun attacco nei confronti della Fnopi e della professione infermieristica da parte di questo giornale, ma solo i legittimi quesiti su alcuni provvedimenti che, altrettanto legittimamente, il Comitato centrale e la presidente Barbara Mangiacavalli ritengono corretti sul piano legale e anche professionale.

Il diritto di critica è ancora possibile in questo Paese senza trascendere nella diffamazione: crediamo, e ne siamo convinti, di non aver diffamato nessuno, neppure il dottor Aceti, quando abbiamo sollevato il quesito sul compenso da portavoce.

Riteniamo di avere ancora la libertà di poter esprimere un giudizio sui risultati ottenuti dalla Fnopi e dal portavoce, dalla partecipazione ai tavoli istituzionali e citiamo un solo dato su tutti: gli infermieri italiani sono gli unici, in questa emergenza pandemica, a non aver avuto nessuna ribalta mediatica e di riconoscimento professionale, fatta eccezione per la prima ondata di questa guerra sanitaria combattuta in prima linea dal mese di febbraio dello scorso anno.

Anzi con l’avvio della campagna vaccinale abbiamo visto affidare la patente di vaccinatori a tutte le professioni sanitarie, anche ai podologi con il rispetto dovuto a questi professionisti, ma non agli infermieri.

E ci siamo chiesti: ma la Fnopi perché non fa sentire la sua voce in tutta Italia visto che ha un portavoce, pagato il giusto come prevede la legge?

Salvatore Petrarolo

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Salvatore Petrarolo

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