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Veneto, stanziati 20 milioni per sbloccare le assunzioni in sanità

La Regione Veneto ha stanziato altri 20 milioni di euro da fornire alle aziende sanitarie e ospedaliere per l’assunzione di medici, infermieri, oss e altri operatori sanitari vincitori dei concorsi banditi quest’anno da Azienda Zero.

Un provvedimento necessario per superare il paradosso di un territorio regionale che, pur alle prese con una forte carenza di personale, bandisce concorsi a vuoto, lasciando a casa professionisti che si sono aggiudicati i posti a bando. La Commissione regionale per l’investimento in tecnologia ed edilizia (Crite) aveva infatti bloccato le assunzioni perché alcune aziende del Veneto avevano superato il tetto di spesa indicato nei rispettivi bilanci.

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Le singole aziende del Veneto, pertanto, potranno ora assumere il personale idoneo, o persino vincitore di concorsi, ma non nominato. Si pensi che, a fronte dei 1.023 posti messi a bando nel 2023 da Azienda Zero per l’assunzione di dirigenti medici, sono soltanto 300 i professionisti risultati vincitori, e quindi assumibili. A questi bisogna aggiungere gli specializzandi idonei, che potranno comunque essere assunti, anche se non alla stregua degli specialisti.

“A quanti dicono che non facciamo niente per la sanità o che ci mancano medici rispondo che negli ultimi dieci anni ne abbiamo persi solo 21”, ha commentato il governatore Luca Zaia

. D’altro canto, bisogna considerare che sono aumentati nettamente i contratti a tempo determinato, passati da 279 a 455 (quasi raddoppiati in dieci anni). In tutto il Veneto, i dottori assunti dalla sanità pubblica sono 7.860. “Se avessimo più medici, potremmo correre di più, ma per questo bisogna cambiare le regole”, ha aggiunto il Zaia, alludendo a una sua richiesta storica: l’eliminazione del numero chiuso per accedere al corso di Medicina.

“La differenza tra assunzioni e cessazioni, negli ultimi dieci anni, è favorevole di 2mila operatori – fa sapere l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin -. Siamo stati costretti a bloccare alcune prese di servizio per agevolare le case di riposo, in grave carenza di personale”. Un ulteriore stop, in aggiunta a quello deciso dalla Crite. Ma almeno le assunzioni, in Veneto, dovrebbero ricominciare.

Redazione Nurse Times

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