Un ambizioso progetto è stato avviato in Veneto per ottimizzare la gestione dei codici bianchi in pronto soccorso.
I primi ospedali ad aderirvi sono stati quelli di Belluno e Cortina.
Durante questo periodo sarà creato un ambulatorio dedicato alla gestione dei soli codici bianchi. Al suo interno saranno presenti i medici di continuità assistenziale che, su base volontaria, avranno deciso di aderire a tale iniziativa.
È ormai cosa nota come la stragrande maggioranza di pazienti che si rivolge ad un pronto soccorso non abbia alcun motivo urgente per farlo. Pertanto l’intero sistema sanitario dovrebbe essere rivoluzionato per poter sostenere un flusso simile di accessi.
Nei prossimi giorni sarà inaugurato un ambulatorio dedicato presso il Pronto Soccorso di Belluno e nel punto di primo intervento di Cortina d’Ampezzo.
Questa attività sarà gestita dalle guardie mediche, a supporto della medicina ospedaliera.
Già siglato il contratto tra sindacato e Ulss 1 di Belluno che garantirà un aumento per i medici impegnati in questo servizio di 32,00 € per ora e costerà all’azienda poco meno di 350.000 euro.
Ulteriori novità saranno previste nell’Ulss 1: le guardie mediche aderenti potranno fornire assistenza domiciliare ai malati terminali, su richiesta dei loro famigliari. Offriranno un servizio complementare ai medici di famiglia visitando i pazienti ricoverati nelle case di riposo.
Lo stesso direttore generale Francesco Benazzi, nelle scorse settimane ha richiesto agli infermieri di svolgere direttamente determinate attività che attualemente sono di competenza medica esclusiva.
Non ancora approvato il progetto della Uls trevigiana, anche se gli infermieri si sono già dichiarati disponibili.
Molti colleghi insistono per il riconoscimento di responsabilità maggiori sul lavoro, la gestione dei codici bianchi in autonomia potrebbe essere il primo step, considerata la grande evoluzione formativa che ha generato una classe di infermieri specializzati e con laurea magistrale oltre che con master di primo e di secondo livello.
Queste ed altre idee serviranno a ridurre il sovraffollamento di pazienti che ormai affligge da anni ogni Dipartimento di Emergenza e Accettazione.
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