Vaccino anti-Covid: caos anziani in Veneto

Rilanciamo un articolo del Fatto Quotidiano sulla situazione nella regione amministrata da Luca Zaia.

La voglia di vaccino è così grande che gli 84enni di Treviso, accompagnati da badanti, figli o parenti, si accalcano al Bocciodromo di Villorba per ricevere la loro dose benedetta. Attendono da così tanto tempo il siero anti-Covid, in una regione che solo ora ha raggiunto il 50% delle vaccinazioni (prima dose) per gli ultraottantenni, che non si curano del distanziamento tanto invocato.

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Auto in coda. Poi gli anziani si mettono in fila, in piedi, stretti stretti, con il foglietto ricevuto da un addetto della Protezione civile e con la tessera sanitaria. Passaggio nell’atrio per misurare la temperatura, accalcati. Poi entrano nella grande sala, con le sedie in legno allineate. Non sono le comode poltrone, dal distanziamento infinito. Qui è tutto molto rustico, stile Razza Piave. E c’è anche molto meno spazio.

“Non mi pare ci sia ressa – replica, all’obiezione piuttosto ovvia, la dottoressa che ha il controllo di uno dei quattro punti di vaccinazione aperti in questa domenica (ieri) di fine marzo nel Trevigiano –. In prima fila ci sono quelli in attesa della vaccinazione, nelle altre file quelli che aspettano di vedere che non ci siano problemi per l’iniezione”.

Un esperimento provato anche a Oderzo, Riese Pio X Godega di Sant’Urbano, per una corte di 4.700 trevigiani. E’ stato presentato come una trovata del governatore Luca Zaia: farsi vaccinare senza aspettare la convocazione dell’Uls, forse per evitare le complicazioni (che non sono poche) di lettere e telefonate che partono dalle aziende sanitarie venete.

Funziona, non funziona? Le foto dimostrano un afflusso massiccio, ma anche una certa promiscuità da distanza. C’è poi un secondo problema. Alcuni giorni fa Zaia aveva annunciato: “Se un anziano viene accompagnato da un convivente over 65, saranno vaccinati entrambi”. L’idea tiene conto delle esigenze di badanti o familiari che vivono con l’anziano. Ma a Villorba non è andato propriamente così. Serve che la badante sia munita di contratto e il figlio di carta d’identità con lo stesso domicilio dell’anziano? “Non possiamo mica chiedere lo stato di famiglia – è stata la risposta –. Noi ci fidiamo…”. Già, ma può essere accaduto che un over 65, anche se non convivente, si sia fatto vaccinare assieme all’84enne, anche se abita da un’altra parte.

Zaia al mattino ha fatto visita al punto di vaccinazione di Godega. L’ufficio stampa della Regione ha poi annunciato: “Il Governatore si è intrattenuto con i cittadini, riscontrando, all’uscita di chi aveva ricevuto il vaccino, una soddisfazione generalizzata sul metodo sperimentale adottato dall’Ulss 2”. Fiato alle trombe. Poi l’annuncio di Zaia: “Con questi ritmi, se i vaccini promessi arriveranno nei tempi previsti, si potrebbe puntare a vaccinare tutti coloro che lo vogliono in 136 giorni”. A occhio e croce, per Ferragosto.

L’esperimento di Treviso conferma però una terza questione, raccolta nei giorni scorsi dalla Cgil del Veneto, che aveva denunciato: “Oltre 207mila over 84 non sanno quando sarà il loro turno”. Nonostante tutta la buona volontà organizzativa, l’anziano in Veneto è frastornato. Se legge i giornali scopre che ci si può vaccinare senza convocazione. Ma il sito della Regione Veneto è chiaro, a proposito di anziani, soggetti vulnerabili, lavoratori dei servizi essenziali, operatori e ospiti delle Rsa: “Se rientri nelle categorie riportate nella tabella sarai contattato per fissare l’appuntamento… Se non hai ancora ricevuto la convocazione e rientri nelle categorie non allarmarti, verrai contattato il prima possibile”

Domanda: l’anziano sarà contattato o no? Deve allarmarsi o attendere serenamente? Gli interrogativi si moltiplicano aprendo i link indicati dalla Regione, per ciascuna delle 9 Ulss del Veneto. Percorsi aggrovigliati e diversi, alla faccia dell’uniformità invocata anche da Mario Draghi per le Regioni italiane.

A Treviso è in corso la sperimentazione senza chiamata per la classe 1936. A Belluno gli over 80 e quelli che vanno dai 70 ai 79 anni devono entrare nel sistema di prenotazione, cliccare un pulsante e scegliere data e luogo. Facilissimo, peccato che solo gli over 80 trovino un posto in 4 dei 7 ambulatori, per gli altri “l’agenda è completa”.

A Venezia-Mestre (Ulss 3 Serenissima) cambia tutto: vaccini solo per ultraottantenni e soggetti fragili, per sei classi d’età l’invio per posta è concluso, quindi sanno quando e dove andare. Per le altre classi c’è la prenotazione online, ma in molti casi – provando – non c’è nessuna disponibilità. L’Ulss 4 del Veneto Orientale pubblica una tabella settimanale di orari e “categorie convocate”, ma ci sono anche quelli che prenotano on-line.

Rovigo si cambia ancora: over 80 e persone vulnerabili vengono invitati per posta o per consegna diretta a casa. La popolazione è invitata a presentarsi “solo se in possesso di appuntamento, non sono ammesse autocandidature”. A Padova (Ulss Euganea 6) sono sospese le vaccinazioni per il personale della scuola, per cinque classi di età (1942-46) ci si prenota on-line, ma per altre sei classi si deve attendere la convocazione.

Nell’Ulss 7 Pedemontana (Bassano-Schio) entrano in scena i medici di base per fare le vaccinazioni, ma gli anziani devono esser convocati con lettera, mentre gli insegnanti vanno online. Percorso ad ostacoli diverso a Vicenza (Ulss 8 Berica), si spalanca subito un portale dove cui occorre registrarsi (per i nati in 5 classi di età), mentre i nati dal 1943 al 1947 saranno vaccinati dai medici di base previa convocazione.

Infine Verona (Ulss 9 Scaligera): secondo una prima informazione i cittadini “saranno convocati, pertanto non devono accedere liberamente alle sedi vaccinali”, ma chi entra nel sito passando da quello della Regione, trova una finestra aperta per l’online: “Clicca qui per prenotare”. A seguire, richiesta di codice fiscale e numero di telefono.

Chi ci capisce qualcosa è bravo. Anche perchè Zaia cinque giorni fa ha annunciato l’avvio (entro una settimana) di un portale unico con prenotazioni dirette tramite pc, cellulare, farmacie e municipi. Ma ieri gongolava per la trovata delle “chiamate dirette per età”, in quella Babele sanitaria che è il Veneto.

Redazione Nurse Times

Fonte: il Fatto Quotidiano

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