Tute taroccate in Puglia: “sono sicure”. La Regione denuncia i medici

Sono sicure e a norma le tute anti-covid distribuite al personale sanitario pugliese. La notizia delle tute protettive taroccate consegnate a medici e infermieri di Taranto e di Puglia era partita dalla denuncia della puntata dell’8 dicembre di “Fuori dal Coro”. Nella trasmissione si mostrava come, nascosto sotto un’etichetta il codice identificativo della tuta c’era un’altro codice di tuta che protegge esclusivamente dalla polvere e non dal rischio biologico.

Adesso, però, arriva la risposta della Regione, che è passata al contrattacco con un esposto alla Procura di Bari.

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L’esposto, firmato dal capo della Protezione civile pugliese, Mario Lerario, ricostruisce la recente vicenda delle tute «Prophylactic».

Appena la Regione era venuta a conoscenza del servizio tv e della possibilità che le tute fossero “taroccate” aveva dato ordine – a scopo cautelativo – di non utilizzare più le tute. Martedì, a seguito di una verifica fatta con il fornitore (una ditta di Trani) e confermata dai tecnici della Protezione civile, è emerso che le tute erano state ri-certificate, apponendo le cuciture di sicurezza (sono le strisce blu che si vedono in tutte le immagini di questi giorni) e dunque anche l’etichetta corrispondente.

Ne consegue, che le stesse tute, sono in realtà sicure.

Il problema, dal punto di vista della Regione, è l’eccessivo allarmismo che ne è derivato. La segnalazione, infatti, avrebbe potuto essere fatta tramite i canali istituzionali. Inolte, tra marzo e aprile gli stessi medici del 118 della Asl di Taranto avevano presentato

un analogo esposto. L’esposto, quella volta era nei confronti di un altro modello di tuta, la «Iwode», la stessa che poi la stessa Protezione civile ha distribuito in mezza Italia.

«Dette tute, di provenienza cinese, vennero validate in deroga da Inail ed il relativo utilizzo venne disposto da parte dell’Unità di crisi in relazione alla mancanza assoluta di altro materiale sul territorio regionale e nazionale». Anche quella volta l’esposto e le denunce pubbliche hanno creato enorme allarme, grazie alla diffusione attraverso i social.

Dichiarazioni gravi, secondo la Protezione civile. Dichiarazione che sarebbero state fatte «da quanti in modo sconsiderato trascurano i rischi connessi con l’emergenza in corso e, per mera ricerca di visibilità personale, si prodigano nel “creare scandali” pur sapendo della mancanza dei minimi presupposti, diffondendo artatamente notizie false, incuranti degli effetti che questo possa avere sull’impianto di contrasto alla pandemia e sulla reale sicurezza dei lavoratori».

La denuncia presentata dall’Anaoo a Taranto è stata trasmessa a Bari, dove il fascicolo è nelle mani del procuratore facente funzioni Roberto Rossi. Nell’esposto della Protezione civile ci sono le copie dei certificati di omologazione delle tute e il referto di verifica firmato dai propri tecnici.

Cristiana Toscano

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