Turni massacranti in P.S.: cento infermieri si rivolgono alla Magistratura

Gli infermieri marchigiani rivendicano la sicurezza sul lavoro a suon di missive all'Asur ed esposti alla Magistratura

Quella che descriviamo di seguito è una situazione esplosiva che riguarda gli infermieri che operano nei due pronto soccorso degli ospedali delle Marche

Tutti rivendicano la sicurezza sul lavoro a suon di missive all’Asur ed esposti alla Magistratura.

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In tutto sono circa un centinaio: 33 infermieri del Mazzoni di Ascoli e 57 del Madonna del soccorso di San Benedetto.

Il rischio clinico alla base dei ricorsi e delle lettere che stanno movimentando i reparti di Medicina d’urgenza e del Pronto soccorso di Ascoli e San Benedetto. Risale infatti ai mesi scorsi l’esposto alla Procura della Repubblica, Ordine provinciale degli infermieri e Ispettorato del lavoro partito dagli infermieri del Pronto soccorso sambenedettese che annotò la firma di 42 infermieri e 5 medici del 118.

Stesso iter che stanno seguendo i colleghi ascolani del Pronto soccorso (ben 33) e quelli sambenedettesi della medicina d’urgenza (15) solo che per il momento si sono fermati a una lettera inviata al direttore dell’Area vasta Cesare Milani chiedendo un incontro e, solo nel caso non venisse concesso, si procederà per vie legali.

Lo scorso marzo ci fu un vero e proprio blitz dell’Ispettorato del lavoro proprio nei locali del Pronto soccorso sambenedettese, a seguito degli esposti, dove furono sentiti alcuni dipendenti che dichiararono le criticità del reparto: dalla carenza di personale, alle modalità di gestione, il sovraffollamento, situazioni che secondo i dipendenti andrebbero a intaccare il rischio clinico.

Da qui le audizioni di sei infermieri (uno per turno) e di un medico. Dichiarazioni rilasciate dai professionisti e sottoscritte. Il Pronto soccorso sambenedettese è secondo delle Marche, con 40mila accessi all’anno, dietro solamente al Torrette.

Anche i colleghi del Pronto soccorso ascolano dichiarano le stesse difficoltà.

Infatti gli infermieri sono chiamati a lasciare l’osservazione temporanea se chiamati ad uscire con le ambulanze. Situazioni che metterebbero a rischio sia la salute dei pazienti che il lavoro degli operatori. I colleghi ascolani, se non troveranno ascolto, sono pronti a rivolgersi alla magistratura.

Una situazione critica che promette evoluzioni e che meriterebbe di essere risolta nel più breve tempo possibile.

Certamente le recenti dichiarazioni del neo Ministro della Salute lasciano ben sperare sul reclutamento di nuovo personale medico, infermieristico e operatori di supporto.

La Redazione di NurseTimes seguirà costantemente l’evolversi di queste criticità denunciate dagli operatori sanitari.

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