Il tumore al seno metaplastico, una forma rara e aggressiva di carcinoma mammario, può avere origine ereditaria secondo uno studio dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, che ha dimostrato per la prima volta l’esistenza di un legame fra questa neoplasia e mutazioni del gene Brca1. La ricerca è stata pubblicata sull’European Journal of Human Genetics insieme a un editoriale di commento firmato da Gareth Evans, genetista del Manchester University Hospital.
Il lavoro, come sottolinea lo specialista, permette di capire meglio i meccanismi di nascita e sviluppo di un tumore complesso ed eterogeneo, com’è quello metaplastico, per aumentarne le opzioni di cura, ad oggi limitate e scarsamente efficaci.
“Il tumore al seno metaplastico – spiega Giovanni Corso
, chirurgo senologo Ieo, ricercatore dell’Università Statale di Milano e primo autore dell’articolo, contattato da Adnkronos Salute – è ancora per lo più un mistero: sappiamo che è raro (meno del 5% di tutti i tumori del seno), che colpisce di frequente le donne giovani e che purtroppo risponde pochissimo alle terapie, ma non sappiamo il perché. Per questo la scoperta del suo possibile legame con Brca1 apre finalmente orizzonti inediti di cura, con i farmaci di nuova generazione che hanno dimostrato efficacia contro i tumori che presentano questa mutazione”.Proseguen Corso: “Alcuni studi avevano già segnalato il possibile ruolo di Brca1 nell’aumentare il rischio di tumore metaplastico, ma il nostro lavoro è il primo che dimostra, con un’analisi retrospettiva di 5.226 pazienti con tumore al seno sottoposte a test genetici in Ieo, che oltre il 50% dei tumori metaplastici sono associati significativamente alla presenza di Brca”.
“In primo luogo abbiamo osservato una frequenza maggiore di tumori metaplastici nelle pazienti portatrici di mutazioni nei geni Brca: 1,2 % rispetto allo 0,2 % rilevato nelle pazienti non mutate – riferiscono Bernardo Bonanni, direttore della Divisione di Prevenzione e genetica oncologica e coautore dello studio (insieme a Mariarosaria Calvello, coautrice), e Monica Marabelli, corresponding author dell’articolo -. Poi abbiamo trovato che in questo sottogruppo tutte le pazienti erano portatrici di Brca1 e nessuna di Brca2″.
“Questi risultati dimostrano che le opzioni chirurgiche per il tumore metaplastico potrebbero essere più estese, come anche la mastectomia profilattica controlaterale”, dichiara Paolo Veronesi, direttore del Programma di Senologia Ieo.
“Sicuramente – conclude Corso – occorre molta cautela e soprattutto molta ricerca ancora sui tumori metaplastici. Tuttavia, come accade per tutti gli altri tumori rari, spesso poco curabili, anche risultati iniziali come i nostri aprono uno spiraglio concreto al trattamento e accendono una luce di speranza per le nostre pazienti”.
Redazione Nurse Times
Scarica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org/index.php
Infermieri e personale sanitario: stipendi bloccati, carriere inesistenti, demansionati, aggrediti. La dura realtà del Primo…
Avviso di selezione pubblica per solo colloquio per la formazione di una graduatoria per assunzioni…
In esecuzione della Delibera n°409 del 24.04.2024 è indetto bando di avviso pubblico, per soli…
Dal pronto soccorso di Brindisi è stato trasferito al Giovanni XXIII di Bari Un drammatico…
Stando a uno studio condotto da ricercatori della Fondazione Irccs Istituto neurologico “Carlo Besta” (Fincb),…
AstraZeneca, il colosso farmaceutico, ha ammesso per la prima volta che il suo vaccino contro…
Leave a Comment