A Quirino Lai il riconoscimento dell’A-PHBPA per il miglior contributo scientifico. Ha condotto uno studio sulla possibilità di prevedere il successo o meno di un trapianto epatico.
Si chiama
Quirino Lai e lavora come ricercatore al Centro Trapianti del
Policlinico Umberto I di Roma. È lui lo specialista premiato a
Seoul (Sud Corea) per il miglior contributo scientifico al settimo
Congresso della Asian-Pacific Hepato-Pancreato-Biliary Association (A-PHBPA). Il riconoscimento gli è stato assegnato per uno studio multicentrico che ha coinvolto Paesi di Nord America, Europa, Asia e oltre 3mila pazienti con
epatocarcinoma, inseriti in lista d’attesa per un
trapianto di fegato.
Ha partecipato allo studio in qualità di
principal investigator, cioè di responsabile della conduzione dello studio clinico e del gruppo di lavoro, nonché di rappresentante dell’Unità trapianti di fegato di Roma Sapienza dell’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Umberto I (diretta da
Massimo Rossi), la prima in Italia ad avere eseguito, nel 1982, un trapianto di fegato.
La novità di questo lavoro scientifico sta nell’aver sviluppato un modello in grado di
prevedere la sopravvivenza del paziente dopo un trapianto già durante la visita precedente l’inserimento in lista. Il medico curante può quindi stimare la possibilità di trattare il tumore con terapie prima del trapianto, in modo da ottenere buoni risultati, o considerarlo invece troppo avanzato per un percorso trapiantologico. Prevedere il successo o meno di un trapianto ha grosse ripercussioni nell’allocazione di organi per pazienti con tumore epatico, soprattutto in considerazione della discrepanza tra domanda e offerta, ovvero tra il numero di pazienti riferiti per trapianto e quello di donatori disponibili.
Redazione Nurse Times
Leave a Comment