Testa (Snami): “La collaborazione tra medici e infermieri è una cosa, l’infermiere di famiglia un’altra”

Tanti i temi trattati dal presidente del sindacato durante il suo intervento al Congresso nazionale.

Intervenendo al Congresso nazionale Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), il presidente Angelo Testa ha affermato: “Vanno fatti investimenti sul territorio, potenziate le residenze assistite, riviste le ridicole quote con cui vengono remunerate le prestazioni dei medici di medicina generale. Va finanziata la telemedicina e rivista la fiscalità della medicina generale (Iva, super-ammortamento, auto del medico e così via). Vanno difesi con leggi ad hoc i medici, sempre più esposti a violenze di ogni genere, soprattutto considerando il fatto che sta aumentando la percentuale delle donne medico”.

Il numero uno dello Snami ha parlato innanzitutto dei modelli di aggregazione sul territorio: “Non si deve proporre un modello unico per una realtà italiana, che vede situazioni completamente differenti, spesso agli antipodi, con la consapevolezza che in metropoli, città, cittadine, paesi, piccole comunità, territori con popolazione sparsa non potrà mai funzionare un unico modello sanitario di assistenza. Così come nelle zone disagiate, disagiatissime e nelle isole minori. Si deve differenziare la medicina rurale da quella metropolitana”.

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Testa è poi passato al tema della prescrivibilità dei farmaci per le cronicità da parte dei medici di famiglia: “Come facciamo a occuparci della cronicità se ancora oggi non possiamo prescrivere in autonomia alcuni farmaci? Come possiamo accettare di non poter prescrivere farmaci di cui ci assumiamo la responsabilità prescrittiva dietro la foglia di fico del piano terapeutico? Oggi che le terapie Taylor Made sono la regola, noi siamo fermi a poter prescrivere solo farmaci vecchi di anni. Basta con questa sudditanza alla specialistica. Siamo medici, siamo disponibili a formarci maggiormente nelle patologie croniche: ci sia data pari dignità sia nella diagnosi che nella cura”

.

Infine il Decreto Calabria sul micro-team: “Stiamo assistendo alla nascita di nuovi ruoli professionali, come lo psicologo di famiglia e l’infermiere di famiglia. Ma vogliamo dirlo che dello psicologo, dentro i nostri studi, non sappiamo cosa farcene? Lo psicologo non è un medico: essendo una figura specialistica, andrebbe inquadrato all’interno dell’accordo della specialistica ambulatoriale. Se il medico di famiglia ha necessità dello psicologo, invia lui il paziente. Non c’è bisogno di ulteriori figure, che servono solo a disorientare il cittadino. Per gli infermieri di famiglia le cose sono diverse. Noi collaboriamo da sempre con gli infermieri, molti di noi li hanno anche assunti e si preoccupano tutti i mesi di pagare loro lo stipendio. L’infermiere ha una professionalità che il medico non ha e, viceversa, non ha professionalità tipiche del medico. Non perché non sia bravo, ma perché non ha studiato Medicina. Dobbiamo collaborare con gli infermieri per dare al cittadino una cura migliore. La collaborazione è una cosa, l’infermiere di famiglia è un’altra”.

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ALLEGATO 1: Relazione Snami
ALLEGATO 2: Mozione finale Snami

 

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