Tesi infermieristica “Disabilità e malattia oncologia: approccio al dolore e alla qualità di vita dei pazienti in trattamento chemioterapico”

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Riceviamo la tesi della dott.ssa Stephanie Stabile, laureatasi presso l’Università degli Studi della Campania.

Gentile Direttore di NurseTimes,

sono un’infermiera laureata il 24 Novembre 2021.
Ho letto da poco l’ultima tesi pubblicata ed incentrata sulle cure palliative circa il malato oncologico (Vedi Tesi NurseTimes).

Ho pensato di proporre anche la mia tesi che riguarda uno studio di tipo qualitativo, personalmente condotto presso il reparto di oncologia generale dell’ospedale Monaldi di Napoli, in cui si evidenzia la relazione tra dolore oncologico post chemioterapia e il concetto di disabilità.
Ho parlato, inoltre, del ruolo dell’infermiere in oncologia e nello specifico nei trattamenti non farmacologici alternativi, ossia le terapie complementari (di competenza infermieristica o come problemi collaborativi).

Potrebbe essere uno spunto per altri studenti per ampliare nuove sperimentazioni e/o conoscenze.

Il titolo della mia tesi è: “Disabilità e malattia oncologia: approccio al dolore e alla qualità di vita dei pazienti in trattamento chemioterapico” .

Abstract

Il dolore oncologico, per la sua natura altamente limitante ed invalidante, trova collocazione nel concetto di disabilità poiché trasforma la persona sofferente in persona con necessità di supporto ed assistenza non solo di tipo sanitario ma anche di tipo sociale.

Ai pazienti oncologici sono, pertanto, riconosciute alcune tutele quali il pensionamento anticipato o la pensione civile, l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario per patologia, benefici legati alla legge 104 (accompagnamento, agevolazioni economiche in materia di IVA, agevolazioni lavorative ecc.).

Questo lavoro di tesi nasce dall’osservazione del sintomo dolore nei pazienti oncologici e dagli effetti derivanti da esso e si concretizza nell’interesse ad approfondire tale tematica con la somministrazione di un questionario che traduca in dati utili al miglioramento delle pratiche assistenziali, il reale vissuto dei pazienti, evidenziando e considerando tutte le percezioni fastidiose e/o dolorose che essi provano con particolare riferimento ed attenzione al dolore derivante dai trattamenti chemioterapici, dall’inizio del ciclo terapeutico fino a circa 4 settimane successive.

Un ruolo importante nell’assistenza ai pazienti oncologici è svolto dagli infermieri che, coadiuvati da associazioni di volontariato, dai caregiver e dalle famiglie, con interventi educativi e di supporto, aiutano i pazienti ad aumentare e migliorare tutti gli aspetti legati alla gestione del dolore. L’infermiere funge da riferimento ed il suo ruolo di formatore, educatore e counselor lo identifica quale elemento “ponte” fra le persone coinvolte nel processo di cura siano esse familiari, caregiver, pazienti o operatori sanitari, egli è responsabile della corretta implementazione ed attuazione del piano assistenziale con particolare riferimento alla gestione del dolore e della terapia.

Il cancro, allo stato attuale, è una patologia di spessore socio/sanitario rilevante; in Italia ogni anno muoiono oltre 172000 persone a causa di malattie neoplastiche, tra queste, circa 156000 (90%) giungono alla fase terminale della malattia.

Queste persone ricevono l’assistenza necessaria presso il proprio domicilio, negli ospedali, negli ambulatori o negli hospice, molto spesso, soprattutto nelle fasi terminali della malattia, necessitano di una figura dedicata che si prenda cura di loro, definita caregiver.

Tra i doveri che chi offre assistenza ha nei confronti del paziente oncologico vi è l’attenzione a mitigare la sofferenza e il dolore.

Il dolore fisico, in particolare, per il malato oncologico rappresenta il problema maggiore poiché diventa un fattore altamente limitante per tutte le attività della vita quotidiana generando un effetto negativo anche su socialità e socializzazione con conseguente isolamento dell’ammalato rispetto a tutto ciò che lo circonda.

Si stima che la sintomatologia dolorosa sia presente già al momento della diagnosi di cancro nel 30-40% dei casi; che nei pazienti con tumore in stadio avanzato il dolore sia avvertito nel 75% dei casi; che con malattia in fase terminale c’è presenza di dolore nel 90% dei casi.

Più di un terzo dei malati oncologici soffre di sintomatologia dolorosa compresa nella fascia tra moderata e grave, condizione che interferisce pesantemente sullo svolgimento delle attività quotidiane e sulla qualità di vita, imponendo un continuo aggiornamento sulle pratiche necessarie al controllo del dolore attraverso l’utilizzo di terapie farmacologiche e non. Il controllo del dolore deve avvenire nell’ambito di piani assistenziali personalizzati, stilati secondo le più recenti ed accreditate evidenze scientifiche e valutati rigorosamente, ogni volta che vi siano cambiamenti nelle condizioni cliniche del paziente che ne inducano la necessità.

Redazione NurseTimes

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