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Tagadà: “La giornalista è di bella presenza, ma, la trasmissione mi sembra di tipo Trash!”

Continuano a pervenire a questa redazione lettere di infermieri indignati per il trattamento riservato agli infermieri e alla sua rappresentante, dott.ssa Barbara Mangiacavalli, dalla conduttrice del talk Tiziana Panella. 

Di seguito la lettera di Laura Rita Santoro.

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Gent.le Direttore,

oggi 29.03.2016 aimè avrei voluto vedere, in diretta, la trasmissione “tagatà”, ma, non ho potuto perché impegnata altrove in un urgenza.  Ci tenevo perché il 18 marzo, la conduttrice insieme al giornalista  Alessandro Cecchi Paone, sostenevano che non avrebbero mai voluto essere accolti da un infermiere in Pronto Soccorso!” La categoria degli infermieri si è fortemente risentita! La giornalista non ha assolutamente compreso il risentimento degli Infermieri, nonostante le numerose comunicazioni che le sono state inviate, comprese quelle di associazioni mediche e di emergenza.

La trasmissione ambirebbe ad essere uno spazio di approfondimento?  Io ho assistito ad un modello di comunicazione stile macelleria mediatica. Ho sentito divulgare notizie in modo parziale e artefatto!  Una movenza istituzionale populistica che ha come unico scopo quello di accattivarsi il favore della gente, altro che approfondimento!

Ho sentito annunciare la Presidentessa del Collegio IPASVI, in maniera superficiale. IPASVI significa “Infermieri Professionali Assistenti  Sanitari Vigilatrici d’Infanzia”. Può piacere o non piacere, ma, in quel momento la Presidentessa del Collegio IPASVI rappresentava anche me. Io, Infermiera, ne potrei parlare male, ma non lo consento a nessun altro professionista!  Io tratto le persone con rispetto e vorrei dagli interlocutori altrettanto rispetto. Dispotico l’atteggiamento che è seguito.

Le informazioni che ha ricevuto la cittadinanza: “discutibile”! Io sono solo un infermiera, non sono una tuttologa, ma, se parlano di salute e/o d’infermieri qualche cosa la potrei dire. Le informazioni sanitarie erogate nella trasmissione di approfondimento, attualità e cronaca mi hanno lasciata perplessa! Molto!

Nella trasmissione hanno parlato della improbabilità di trovare appuntamenti per esami diagnostici velocemente! Il che è assolutamente vero! Però hanno accomunato “capra e cavoli”!

Nella Regione Lazio non brilliamo in velocità ma, perché spesso viene creata confusione con l’aiuto dei mass media! La prevenzione di tipo secondario prevede screening, vale a dire analisi strumentali a campione. La Panella non sa che gli esami a scopo preventivo devono essere programmati e lo possono essere a lungo tempo come un anno, per lasciare spazio a quei pazienti che debbono fare controlli ravvicinati e/o urgenti.  Sarebbe impossibile fare esami a tutti senza selezionare e/o dare priorità. Trionferebbe il caos. Il metodo è lo stesso ovunque nel mondo.

Indubbiamente, come dicono nella trasmissione, le apparecchiature potrebbero lavorare di più, ma, nel Lazio, per problemi economici, non si rinnova, ad esempio, il personale infermieristico dal 2009. L’età media del personale, in servizio, è di 47 anni, molti dei quali con problemi di salute.

La Panella ha chiamato in causa la Mangiacavalli anche a proposito del Triage, definendolo un vecchio problema che le era stato attribuito, forse alludendo alla precedente trasmissione?  La giornalista non voleva capire il principio del triage.

La cronista era anche visibilmente orgogliosa della sua intelligente e populista domanda: “Un mal di testa viene prima o dopo la colica renale?”  La stessa:  “un cittadino che va al Pronto Soccorso con un mal di testa rischio di essere messa in coda a tutti?!”  Ella sosteneva che potrebbe esserci un rischio di sottovalutazione di un tumore cerebrale!  La su citata giornalista non conosce le casistiche. Solo 21 persone su 100.000 potrebbero essere a rischio di tumore cerebrale secondo  Central Brain Tumor Registry of United States e airc. La sintomatologia, normalmente è legata alla zona cerebrale dov’è localizzato il tumore. Un paziente, quindi,  con tumore cerebrale potrebbe non lamentare mal di testa!

L’EBOLA, al Pronto Soccorso, viene valutata seguendo uno schema ben codificato da specialisti, non medici generici.  Lo schema da seguire nel “selezionare” i pazienti, è ben diverso da fare diagnosi!  I triagisti chiedono al paziente se ha la febbre? Se è stato recentemente al di furori dell’Italia e dove? L’Infermiere guarda l’aspetto del paziente, il colore della cute ecc. La somma delle risposte è determinante per assegnare un colore di triage al paziente. Probabilmente la Mangiacavalli avrebbe dovuto spiegare, con termini semplici, il significato di algoritmo? Una serie di passaggi elementari mirati alla valutazione e risoluzione del problema.

Il rappresentante dei medici curanti sosteneva che esistono possibilità di falsi negativi e falsi positivi, nel selezionare un paziente. Banalità!  I rischi sono presenti in ogni cosa e situazione e/o con ogni categoria!  Gli algoritmi vengono pianificati e rivisti periodicamente al fine di ridurre gli errori, qualsiasi sia la categoria coinvolta!

Altro aspetto che mi ha lasciata perplessa è la considerevole pubblicità trovata nella visione in internet, ma, anche la pubblicità di prodotti pseudo para farmaceutici pubblicizzati e/o integratori alimentari durante argomenti sanitari o farmaceutici. Pubblicità simil occulta?

Io non sono in grado di valutare TUTTE le informazioni di uno spazio di approfondimento tra storie di attualità, cronaca, costume e i loro protagonisti, ma, la trasmissione che ho visto oggi mi fa dubitare dei contenuti in futuro.  La giornalista è di bella presenza, ma, la trasmissione mi sembra di tipo Trash! Giornalismo spazzatura! Il profilo della trasmissione che ho ascoltato oggi è veramente basso e squallido!

Cordialmente

Laura Rita Santoro

Redazione Nurse Times

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Redazione Nurse Times

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