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Fnopi: circa 10mila euro al mese al portavoce della presidente Mangiacavalli?

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Fnopi: circa 10mila euro al mese al portavoce della presidente Mangiacavalli?
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La casa professionale degli infermieri italiani, in quanto tale, grazie ai servizi di NurseTimes è finalmente posta legittimamente sotto esame dai suoi iscritti finanziatori.

Anche le pareti schermate della FNOPI si dischiudono offrendo informazioni inaspettate e alcuni “altarini” svelati.

Si viene a conoscenza, da fonti attendibili che il portavoce della presidente Barbara Mangiacavalli, Tonino Aceti, dal 2019 sotto contratto con la FNOPI per – agganciare e costruire la rete politica della Fnopi  –  percepirebbe un compenso di circa 10mila euro al mese.

Una cifra che farebbe invidia al più navigato dei senatori/deputati della Repubblica Italiana.

Una indiscrezione che tuttavia non trova, come dovrebbe, ufficialità nelle pagine della trasparenza allestite dalla FNOPI sulle proprie pagine del sito istituzionale (Vedi).

Adempimento che la FNOPI avrebbe in obbligo e che invece “stranamente“ semplicemente non esiste, ovvero non viene reso noto.

Ma quali sono le entrate della Fnopi? E come le stesse sono gestite?

La Fnopi con la legge 3/2018 è composta dal Comitato Centrale (15 membri), revisori dei conti (3 membri + 1 presidente esterno), commissione albo infermieri (9 membri) e commissione albo infermieri pediatrici (9membri).

Ogni Opi provinciale versa nelle casse della Federazione Nazionale 10 euro ad iscritto, considerato che gli infermieri ed infermieri pediatrici italiani sono circa 450mila, le casse della FNOPI introitano circa 4milioni e 500mila euro (Vedi bilancio consuntivo Fnopi 2020).

Una cifra importante dunque.

Parte di questi soldi vengono utilizzati per sostenere tra l’altro le spese di rappresentanza e di funzionamento degli organi istituzionali e per retribuire personale, tecnici e consulenti.

Tra queste l’onorario del portavoce della Presidente della Fnopi: il dott. Tonino Aceti.

Un onorario che si aggirerebbe intorno ai 10mila euro mensili, ma con quali risultati per gli infermieri italiani?

Considerato che:

  • lo stipendio di un infermiere che trascorre circa 8 ore bardato in una unità operativa Covid si aggira intorno ai 1400/1500 euro,
  • molti di loro sono ridimensionati e demansionati, con prospettive di crescita 0, competenze specialistiche soffocate da altre professioni…..

Quali sono i risultati ottenuti dalla Mangiacavalli in favore degli infermieri italiani che declama in alcuni media riverenti e interessati?

Massimo Randolfi, presidente Nurse Times

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