Sterilità raddoppiata e pene più corto: i maschi si stanno “femminilizzando”?

Il fenomeno della “femminilizzazione” del maschio, descritto da vari studi e di cui si parlerà questa sera a Presa Diretta (Rai3), ha portato gli uomini a vedere raddoppiata la propria sterilità in 20 anni. Ma non solo: per i maschi inizia ad esserci anche un problema di dimensioni…

È un fenomeno che, da diversi anni, viene oramai studiato in tutto il mondo: quello della presunta “femminilizazione” del maschio.

Di cosa si tratta?

Beh… diciamo che sentir affermare con nostalgica rassegnazione concetti come “Non ci sono più gli uomini di una volta”, da parte delle donne anziane d’oggi, possono ormai essere considerati, a ragione, non più come dei semplici e vuoti modi di dire.

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Perché, ahimè, ci sono fior di studi scientifici a confermare che i maschi, di generazione in generazione, si vanno man mano “femminilizzando”: il loro testosterone (l’ormone maschile per eccellenza) è infatti più basso di quello dei loro padri ed anche la lunghezza del loro sesso… è minore di circa un centimetro rispetto al passato.

Così spiega Richard Sharpe, professore del Centro per la salute riproduttiva dell’Università di Edimburgo: “Noi siamo tutti programmati per essere di sesso femminile. Se non succedesse qualcosa durante lo sviluppo del feto saremmo tutte femmine. È il programma di base. Diventare maschio, significa modificare questo programma. Il testosterone è fondamentale per un uomo. Quello che noi stiamo vedendo, è che il programma di sviluppo attivato dal testosterone non sta più funzionando correttamente. Alcuni studiosi parlano di femminilizzazione del maschio, ma io trovo più preciso definirlo: un fallimento della mascolinizzazione.

In che direzione sta andando, perciò, l’evoluzione dell’uomo? Staremo mica perdendo la capacità di riprodurci naturalmente?

Così sembra. Per esempio, in Italia, negli ultimi 20 anni la sterilità maschile è raddoppiata. Ed è anche in parte alla scarsa capacità riproduttiva degli uomini che, probabilmente, in 50 anni le nascite nel Bel Paese si sono dimezzate (con buona pace dei demografi che, ogni anno, ci ricordano puntualmente che il numero dei morti supera quello dei nati).

Una tendenza oltre modo preoccupante. Che porterà, se continuiamo di questo passo, a veder sparire il 60% dei nostri giovani in sole 3 generazioni!

Carlo Foresta, direttore dell’Unità di Andrologia e Medicina della riproduzione dell’Azienda Ospedaliera di Padova, così spiega a Presa Diretta: “I casi al limite della fertilità sono veramente aumentati, una volta un uomo produceva 300, 400 milioni spermatozoi per eiaculato ora circa il 30% in meno”.

Ed è anche per questo che il numero delle coppie che in Italia devono ricorrere alla fecondazione on vitro (100.000!) è triplicato nell’ultimo ventennio.

Ma quali sono le cause di questa pericolosa involuzione?

Delle sostanze chimiche. Tante. Che interferiscono col nostro sistema ormonale prima ancora della nostra nascita e che, purtroppo, sono presenti praticamente ovunque. Così spiega Katharina Main, ricercatrice all’ospedale di Copenaghen: “Le persone non sanno che parte della loro salute e della fertilità è determinata ancor prima della nascita. Noi abbiamo trovato circa 120 sostanze chimiche diverse nelle donne incinte. 120, in tutte. È spaventoso! Vuol dire che quando nasci sei già esposto attraverso tua madre a un grande numero di queste sostanze. E questo è un problema, perché dopo, quando cresci, l’esposizione non si ferma più”.

Sostanze come gli “ftalati”, di cui parla Anna Maria Andersson, scienziata del gruppo di ricerca dell’Ospedale universitario di Copenaghen (all’avanguardia al mondo per lo studio sugli interferenti endocrini): “…abbiamo delle prove evidenti che, negli animali, l’esposizione ad alcune di queste molecole durante la gravidanza causa seri problemi di fertilità alla prole di sesso maschile”.

E come il “bisfenolo A”, sospettato di avere degli effetti simili agli ormoni femminili e di cui parla Nicolas Olea, esperto dell’Università di Granada: “Nei cibi in scatola all’interno c’è una pellicola che sembra plastica… anche quella è fatta di bisfenolo A, e una parte può migrare nel cibo che mangiamo. La maggiore fonte di esposizione a questa sostanza per noi pensiamo sia proprio il cibo in scatola.

Stasera, lunedì 13 marzo dalle 21.15, Presa Diretta manderà in onda un’inchiesta (di Lisa Iotti) approfondita sull’argomento, che avrà il titolo emblematico di: “Ciao, maschio”.

Alessio Biondino

Fonte: La Stampa

Redazione Nurse Times

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