Dal 23 giugno disponibile su Amazon in versione cartacea, eBook e su tutte le più importanti librerie on line, la storia di una bambina che sogna di essere libera dalle oppressioni sociali per poter dare tutta sé stessa agli altri nel ruolo di infermiera.
Sono solo un’infermiera è la prima pubblicazione di Gabriella Scrimieri, Coordinatore Infermieristico presso il Poliambulatorio di un noto ospedale milanese. Nata e cresciuta Taranto, da oltre 20 anni vive e lavora a Milano.
Il libro racconta la vita difficile di una bambina che per forza di cose deve caricarsi sulle spalle la storia dolorosa della sua famiglia per poi decidere di donare agli altri, nelle vesti di infermiera, tutta la sua grandezza di essere umano.
La stesura di questo libro, pagina dopo pagina, è stata una vera catarsi per Gabriella, ha attraversato nuovamente il dolore e la fatica degli anni dell’infanzia e poi dell’adolescenza, confermando le caratteristiche umane, e le motivazioni delle sue scelte, di donna e poi di infermiera.
Nessuno di noi può scegliere la famiglia dove nascere, non può scegliere di essere sano e in salute, non può nemmeno scegliere il contesto sociale in cui crescere, ma può fare tesoro delle ferite vissute e usarle per determinare la crescita che poi diventa un bene prezioso a disposizione del prossimo.
La morte del padre suicida, la vergogna della povertà, la vita adolescenziale nelle case popolari, la dislessia non riconosciuta, la fatica di stare dentro la vita soffrendo di anoressia e la violenza del bullismo. Gabriella aveva solo un faro d’amore: il nonno materno, che ne ha determinato il carattere e la profonda dolcezza nel donarsi al prossimo.
Tra le pagine di Sono solo un’infermiera, vi sono tutte le sfumature di una vita che è stata sicuramente aspra e dolorosa, ma che, grazie a un’immensa forza e capacità di rigenerazione, si è plasmata in meraviglia e può essere di grande esempio per chi vuole rinascere e comprendere come si possa decidere di trasformare il dolore in empatia e dono, sia per sé stessi che per gli altri.
La vita di Gabriella infermiera diventa un magnifico puzzle che va a completarsi pezzo dopo pezzo, e costruisce una professione che risponde al bisogno dell’altro, perché la persona che riceve le cure si aspetta di ricevere solo una prestazione sanitaria ma non è mai solo questo.
Sono solo un’infermiera racconta di una società che non riconosce all’infermiere il giusto peso e il riconoscimento sociale come avviene in altri paesi. Ancora oggi dire di essere infermiere non suscita interesse, non solo da parte del cittadino, ma anche da parte delle istituzioni, che tanto devono agli infermieri. Lo abbiamo visto proprio durante la pandemia da Covid-19.
Il mondo degli infermieri è spesso un mondo sconosciuto ma vale davvero la pena fermarsi ad ascoltarlo, anzi, a leggerlo.
Redazione NurseTimes
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