La sindrome di Brugada è una tra le più temibili sindromi aritmiche su base congenita e comporta un’anomalia dell’attività elettrica del cuore, predisponendo al rischio di morte cardiaca improvvisa. Si tratta di una patologia molto rara: si stima che la sua incidenza nel mondo sia di cinque casi ogni 10mila individui.
La maggior parte dei pazienti con diagnosi di sindrome di Brugada è asintomatica. Al momento dell’accertamento non ha una storia di sincope o arresto cardiaco rianimato e non presenta difetti strutturali del cuore. Tutto ciò rende estremamente difficile prevedere la manifestazione di aritmie fatali.
L’equipe di aritmologia di Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ravenna), Ospedale di Alta Specialità accreditato con il Ssn, ha recentemente pubblicato uno studio sulla prestigiosa rivista American Journal of Cardiology, che conferma l’attendibilità di un parametro ECG denominato dST-Tiso, già identificato dallo stesso gruppo di studio nel 2020, nel predire l’inducibilità di aritmie ventricolari fatali in pazienti con sindrome di Brugada non accertata.
“Nel 2020 – spiega il dottor Saverio Iacopino, coordinatore dell’Aritmologia del Maria Cecilia Hospital e autore dello studio – abbiamo pubblicato i primi risultati di osservazione di questo parametro, da noi identificato per la prima volta analizzando un campione di pazienti che non presentavano il pattern tipico della Sindrome di Brugada (che consiste in ECG compatibile, familiarità e storia personale di sincope) e sui quali si è reso necessario eseguire l’esame con farmaci che bloccano i canali del sodio (flecainide o ajmalina) e che nei soggetti affetti mettono in evidenza il segno di Brugada (la tipica onda del tracciato che identifica la sindrome). A distanza di due anni abbiamo pubblicato i risultati di un primo follow-up, che confermano che un valore del parametro dST-Tiso superiore a 300 millisecondi è un potente predittore di inducibilità di aritmie ventricolari, con una elevata sensibilità (92,0%) e specificità (90,2%), ovvero con elevati livelli di accuratezza diagnostica”.
Attualmente la diagnosi di sindrome di Brugada si ha quando si presenta un pattern all’elettrocardiogramma di tipo 1 spontaneo, e i soggetti ad alto rischio sono quelli in cui questo si associa alla presenza di un evento in famiglia di morte improvvisa e a una storia personale di sincope. Nei casi di sospetta patologia su pazienti che presentano un elettrocardiogramma dubbio si ricorre al test con l’ausilio di farmaci bloccanti i canali del sodio, che provocano la comparsa o l’accentuazione del profilo elettrocardiografico diagnostico in soggetti predisposti.
“Il test farmacologico con ajmalina – conclude Iacopino – dovrebbe essere eseguito di routine per i familiari delle vittime di morte improvvisa inspiegabile e per le persone che presentano un ECG sospetto per sindrome di Brugada. L’intervallo dST-Tiso potrebbe diventare utile per ottenere uno screening preliminare non invasivo di una coorte potenzialmente ampia di soggetti asintomatici con pattern ECG Brugada dubbio o transitorio, ricordandoci di raccogliere tutte le informazioni che derivano dallo strumento diagnostico più semplice e non invasivo di cui disponiamo, l’elettrocardiogramma”.
Redazione Nurse Times
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