Serbia, eseguito trapianto di testicolo da fratello gemello

In futuro, grazie a un nuovo intervento, il ricevente potrà generare figli nel modo tradizionale.

Il New York Times riporta che un uomo di uomo di 36 anni, nato senza testicoli, ha ricevuto una ghiandola dal fratello gemello identico. Il delicato intervento, durato sei ore ed eseguito a Belgrado (Serbia) da un team internazionale di chirurghi, è il terzo trapianto noto di questo tipo: i primi due furono eseguiti 40 anni fa a St. Louis, anche allora tra gemelli identici. Lo scopo è assicurare al paziente una produzione di testosterone più stabile rispetto ai farmaci che si possono assumere in casi del genere. “Ma soprattutto tentare di renderlo fertile e capace di generare figli”, ha spiegato Dicken Ko, chirurgo urologo e professore alla Tufts University School of Medicine di Boston, che è volato nei Balcani per partecipare alla procedura guidata da Miroslav Djordjevic, collega del Mount Sinai Hospital di New York e docente dell’Università di Belgrado. Entrambi avevano già fatto parte del team che nel 2016 eseguì il primo trapianto di pene negli Stati Uniti, operando un uomo il cui organo era stato rimosso a causa di un cancro. I due fratelli stanno bene e saranno dimessi entro pichi giorni. Il ricevente ha già livelli di testosterone normale, mentre il donatore, già padre, dovrebbe rimanere fertile, nonostante abbia rinunciato a un testicolo. Trattandosi di gemelli identici, con lo stesso patrimonio genetico, il ricevente non rischia il rigetto e non dovrà assumere farmaci immunosoppressori come in genere devono fare i trapiantati. Il team di chirurghi ha collegato tutti i vasi sanguigni, ma non la struttura che trasporta lo sperma ai testicoli, perché non hanno trovato nel ricevente il tessuto necessario per la connessione. Ne deriva che quest’ultimo, per ora, non può generare figli nel modo tradizionale
: sarà necessaria una nuova operazione per rendere possibile la connessione non riuscita in prima battuta. Se desidera diventare subito padre, dovrà quindi ricorrere alla fecondazione in vitro o usare lo sperma del suo fratello gemello. L’assenza di testicoli è una condizione estremamente rara, ma i medici sostengono che l’intervento in questione possa avere applicazioni più ampie, ad esempio per transgender, vittime di incidenti, soldati feriti in guerra e malati di cancro. Allo stesso tempo, la procedura solleva gli immancabili interrogativi sull’etica dei trapianti non salvavita e sulla possibilità che un giorno i riceventi generino figli con spermatozoi derivanti in qualche modo da un donatore. Redazione Nurse Times  
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