Linfoma a grandi cellule B: risultati confortanti a tre anni dal trattamento con Car-T

Dal congresso annuale ASH è emerso che è ancora in vita quasi la metà dei pazienti trattati con axicabtagene ciloleucel, il farmaco prodotto da Gilead.

Quasi la metà dei pazienti con linfoma a grandi cellule B recidivante/refrattario è ancora in vita a tre anni dal trattamento con axicabtagene ciloleucel, il farmaco a base di CAR-T prodotto da Gilead. Lo documentano i dati dello studio ZUMA-1 presentati al 61esimo congresso annuale della American Society of Hematology (ASH), che si conclude oggi a Orlando (Florida). Efficacia a lungo termine di axicabtagene ciloleucel A un follow-up minimo di oltre tre anni dopo una singola infusione di axicabtagene ciloleucel (follow-up mediano di 39,1 mesi), circa la metà (n = 47/101; 47%) dei pazienti con linfoma a grandi cellule B recidivante/refrattario arruolati nelle coorti di fase II dello studio clinico registrativo ZUMA-1 era ancora viva. La sopravvivenza globale (OS, overall survival) mediana è stata di 25,8 mesi. Questi dati aggiornati sulla sopravvivenza a tre anni sono stati presentati come parte di un’analisi dello studio ZUMA-1, che ha valutato il meccanismo del fallimento del trattamento secondario in seguito al trattamento con axicabtagene ciloleucel. “Con circa la metà dei pazienti con linfoma a grandi cellule B recidivante/refrattario arruolati nel nostro studio registrativo ancora in vita tre anni dopo il trattamento con axicabtagene ciloleucel, stiamo per raggiungere il nostro obiettivo, ossia offrire una terapia potenzialmente salvavita per molti pazienti che in precedenza disponevano di opzioni terapeutiche limitate e che, prima dell’introduzione della terapia con recettore antigenico chimerico delle cellule T (CAR-T, Chimeric Antigen Receptor T-cell), dovevano affrontare una prognosi sfavorevole. Questo sostanzia ulteriormente la nostra attuale leadership nelle terapie cellulari, nonché il nostro impegno nella cura dei pazienti”. Così Christi Shaw, amministratore delegato di Kite. Il 23 agosto 2018 axicabtagene ciloleucel ha ricevuto l’Autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) europea per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B recidivante o refrattario e con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B dopo due o più linee di terapia sistemica. Sicurezza di axicabtagene ciloleucel Al congresso ASH sono stati presentati anche i risultati aggiornati di uno studio separato sulla gestione della sicurezza (ZUMA-1 Cohort 4) (abstract n. 243). In questa analisi i pazienti con linfoma a grandi cellule B recidivante o refrattario trattati con axicabtagene ciloleucel hanno ricevuto un precoce intervento con steroidi non appena subivano eventi neurologici di grado 1 o CRS (cytokine release syndrome, sindrome da rilascio di citochine) di grado 1, quando non erano stati osservati miglioramenti dopo tre giorni di terapia di supporto. Inoltre i pazienti erano autorizzati a ricevere una chemioterapia “di ponte” (bridging) opzionale prima dell’infusione con axicabtagene ciloleucel. Nel corso dell’analisi, 41 pazienti hanno ricevuto axicabtagene ciloleucel, con un follow-up mediano di 8,7 mesi. Il 73% dei pazienti ha ricevuto corticosteroidi e il 76% ha ricevuto tocilizumab. L’uso precoce di steroidi è sembrato diminuire le percentuali di pazienti con CRS di grado ≥3 (2%) e con eventi neurologici (17%), ciascuna delle quali era numericamente inferiore ai tassi nelle coorti registrative di ZUMA-1 (13% con CRS grado ≥3; 31% con eventi neurologici di grado ≥3). Inoltre, nello studio ZUMA-1 Cohort 4 non si sono verificati eventi neurologici o CRS di grado 4 o 5 né eventi avversi di grado 5 correlati ad axicabtagene ciloleucel. Il tasso di risposta obiettiva valutato dallo sperimentatore nello studio ZUMA-1 Cohort 4 è stato del 73%, con il 51% dei pazienti che ha ottenuto una risposta completa. Il follow-up mediano è stato di 8,9 mesi. Il 54% dei pazienti in questa coorte ha mantenuto una risposta continua per almeno sei mesi di follow-up dopo l’infusione con axicabtagene ciloleucel. La OS mediana nello studio ZUMA-1 Cohort 4 non è stata raggiunta. “I risultati dello studio ZUMA-1 Cohort 4
– ha dichiarato Max S. Topp, MD, sperimentatore dello studio ZUMA-1 Cohort 4, professore di Ematologia e responsabile del Dipartimento di Ematologia dell’Ospedale Universitario di Wuerzburg (Germania) – dimostrano che l’intervento precoce con steroidi ha il potenziale per ridurre il tasso di CRS grave e di eventi neurologici gravi, mentre sembra mantenere per axicabtagene ciloleucel un’efficacia comparabile a quella delle coorti dello studio registrativo ZUMA-1. I dati di questa coorte suggeriscono che questo approccio basato su un precoce uso di steroidi potrebbe migliorare il profilo rischi/benefici di axicabtagene ciloleucel”. Redazione Nurse Times Fonte: PharmaStar  
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