Sanità, il viceministro Sileri promette “2 miliardi in più”

Serviranno per edilizia e ammodernamento tecnologico. Tanti i temi trattati nell’intervento al Congresso nazionale Sumai Assoprof.

“Vi confermo che ci saranno 2 miliardi in più in manovra di bilancio per la sanità non ci saranno tagli. Anzi, ci saranno più soldi”. Così il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, dal palco del 52esimo Congresso nazionale Sumai Assoprof, in corso di svolgimento a Gardone Riviera (Bs). I 2 miliardi serviranno per l’edilizia sanitaria e l’ammodernamento tecnologico: “Quando il sistema sarà ripartito, potremo ricominciare a parlare del regionalismo differenziato. Altrimenti avremo sempre chi offre una sanità di serie A e chi la offre di serie B. Il sistema ha molte eccellenze e qualche inefficienza. Su queste ultime dobbiamo intervenire. Abbiamo fallito, ad esempio, con i commissariamenti, e le Regioni lo sanno. Non è possibile commissariare un intero sistema se non funzionano alcune parti. Dovremo rivedere la logica, intervenendo con commissariamenti chirurgici, che non colpiscano intere regioni, dove ci sono anche eccellenze”. A proposito di autonomia differenziata: “Da parte di questo Governo non c’è nessun passo indietro, ma solo un nuovo modo di ragionare. Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a tagli costanti, per un totale di 57 miliardi di euro, che ci hanno tramortiti. Il sistema, in effetti, non era più sostenibile, ma alcune Regioni sono rimaste in ginocchio. Altre, specie al Nord, e penso per esempio all’Emilia Romagna, sono riuscite a rendere efficiente il sistema là dove c’erano sprechi. Di contro, ci sono Regioni del Centro-Sud che non sono riuscite a fare lo stesso e sono rimaste in ginocchio. Chiaro che, davanti a un quadro del genere, c’è qualcuno che ha paura del regionalismo, perché ha vissuto gli anni passati”. Capitolo carenza dei medici, tema caro al Sumai: “I medici non mancano. Mancano gli specialisti, e lo sappiamo. L’anno scorso sono state aumentate le borse, ma in misura ancora insufficiente. Parliamo di 1.800 unità, che è comunque un gran numero, perché in passato non era stato fatto. Sarebbe necessario passare a 6mila, ma capite bene che nel momento in cui si riparte le risorse vanno usate con una certa parsimonia per via di vari problemi. Stiamo lavorando per aumentare le borse anche il prossimo anno. Nel mentre, ci sono borse che vanno scoperte, e questo è un problema di attrattività del sistema. Per renderlo attrattivo bisognerà dare garanzie. Con il Decreto Calabria ci si è provato, perché gli specializzandi all’ultimo anno possono accedere ai concorsi”
. E ancora: “Sono stato sumaista dal 2005 al 2008, e arrivavo a venti ore settimanali. Sono d’accordo sul fatto che un modo per sopperire alla carenza di specialisti è aumentare le ore. È stato fatto temporaneamente in alcune aree della Calabria, ma bisognerebbe farlo in tutta la regione. E credo che bisognerebbe farlo in tutto il Paese, ma dobbiamo trovare i fondi necessari. Da presidente di Commissione, mi ero già impegnato a lavorare su questo, e oggi rinnovo il mio impegno”. Altro tema caldo, sollevato dalle parole pronunciate di recente dallo stesso Sileri, è quello dei medici al lavoro oltre i 70 anni: Non nego di averlo detto, e lo confermo, aggiungendo che andrei anche oltre. Se ci sono persone formate, è giusto che i più giovani diventino primari. Ma se il vecchio primario vuole lavorare in una zona dove c’è bisogno, come misura emergenziale e per un periodo stabilito nel tempo, non vedo perché no: tanti medici ‘anziani’ hanno ancora molto da dare. Prima, però, vanno fatti i concorsi per i giovani”. Infine la spinosa questione delle nomine in sanità: “In alcune aree del Nord i direttori generali sono andati bene e le strutture hanno funzionato perfettamente. Invece al Sud, per via di scelte compiute dalla politica, non hanno funzionato. E siccome la verità sta nel mezzo, noi vogliamo che la politica non entri nella gestione degli ospedali: i dirigenti vanno scelti in base alle loro abilità. Ma è pur vero che dobbiamo riconoscere agli assessori regionali alla Sanità una certa autonomia di indirizzo verso linee programmatiche sanitarie per il territorio specifico, per la specifica area, per la specifica branca. Il disegno di legge che abbiamo presentato svincola la nomina dalla politica attraverso una graduatoria di merito”. Redazione Nurse Times  
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