Rosolina Mare (Rovigo), bimbo rischia di annegare: infermiera gli salva la vita

Daniela Bruma, 47enne di origine romena, ha praticato un massaggio cardiaco di otto minuti al piccolo, già cianotico dopo essere stato riportato a riva.

Daniela Bruma

Dramma a lieto fine, quello che si è consumato domenica mattina sulla spiaggia di Rosolina Mare (Rovigo), dove un bambino di dieci anni ha rischiato di annegare mentre faceva il bagno. Stando alla ricostruzione dei fatti, è finito sott’acqua senza riuscire a risalire e, quando il papà lo ha riportarlo a riva di peso, era già cianotico, probabilmente in fibrillazione atriale. A salvargli la vita è stata la 47enne infermiera Daniela Bruma, iscritta all’Opi Padova, che gli ha prontamente praticato un massaggio cardiaco. In seguito è intervenuto l’elisoccorso, che ha trasportato il bimbo all’ospedale di Padova.

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«Stavo prendendo il sole con un’amica, quando ho sentito che i bagnini chiedevano di portar loro un defibrillatore sono intervenuta subito – spiega Daniela –. Quando sono arrivata, ho visto che il piccolo era cianotico e ho cominciato subito il massaggio cardiaco. Solo dopo otto minuti ha cominciato a sputare acqua e a respirare. Era una situazione complicata: il bagnino aveva paura e quando gli ho detto di essere un’infermiera si è rilassato; accanto a me, però, avevo anche i genitori del piccolo, terrorizzati».

Proprio i genitori, di origine moldava, hanno rappresentato un’ulteriore sfida per Daniela, perché capivano poco l’italiano e non riuscivano a rendersi conto di quali fossero le condizioni del bimbo. «La mamma continuava a svenire accanto a me e a risvegliarsi. Essendo io di origine romena, ho anche fatto da traduttrice fino all’arrivo di ambulanza ed elisoccorso». Insieme all’infermiera è intervenuta anche una volontaria della Croce Rossa: «Mi ha dato subito una mano. Per fortuna l’elisoccorso è arrivato 15 minuti dopo».

Daniela parla anche un po’ di sè: «Potrei dire che faccio l’infermiera da sempre. Volevo farlo fin da quando ero piccola e ancora giocavo con le bambole, facendo finta di assisterle. Ho cominciato a lavorare in Romania e poi mi sono trasferita qui, ma ho sempre continuato a fare questo lavoro». Ora vorrebbe incontrare il piccolo che ha salvato: «Mi piacerebbe vederlo e abbracciarlo, vederlo sorridere. Ma sono già contenta che sia fuori pericolo. Con me al mare c’era mia figlia Emilia, che ha la stessa età di quel bimbo e si è spaventata molto».

Redazione Nurse Times

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