#RispettaChiTiAiuta: nasce dagli infermieri una delle maggiori campagne social contro la violenza sugli operatori sanitari

Tanti i personaggi illustri che hanno prestato il proprio volto alla campagna. Mangiacavalli (Fnopi): “Per noi infermieri è essenziale avere una relazione privilegiata con i pazienti”.

L’89,6% degli operatori sanitari è stato coinvolto, nel corso della sua attività, in episodi di violenza fisica, verbale o psicologica. Infermieri, medici – i più coinvolti perché in prima linea – e tutti gli operatori sanitari non ce la fanno più. Per questo l’Ordine delle professioni infermieristiche di Arezzo ha lanciato una campagna social con lo slogan #RispettaChiTiAiuta, che in poche settimane è diventata virale ed è stata condivisa in tutta Italia.

Giulia Grillo

Anche dal ministro della Salute, Giulia Grillo, che è testimonial della campagna e ha così commentato sui suoi social: “Questo problema non deve essere sottovalutato e il mio impegno contro ogni forma di aggressione nelle strutture sanitarie è massimo. Gli odiosi episodi di aggressioni e minacce in corsia, nei pronto soccorso, e negli ambulatori, devono finire. Ogni cura inizia dal rapporto di fiducia tra paziente e operatore, un’alleanza che dobbiamo riportare al centro del sistema sanitario. Presto il Parlamento approverà la legge contro la violenza sugli operatori sanitari, ma è solo un primo passo per dare un forte segnale di sostegno a tutti i lavoratori della sanità, impegnati giorno e notte nell’assistenza ai cittadini”.

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Ma Giulia Grillo non è l’unica testimonial della campagna. Oltre ai presidenti della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (oltre 450mila iscritti), Barbara Mangiacavalli, e della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (435mila iscritti), Filippo Anelli, hanno partecipato attori, personaggi dello spettacolo e dello sport come Pupo, Ciccio Graziani, Paolo Rossi, Gabriele Marconcini, Fabio Canino, Giovanni Malagò, Ron Moss, Roberto Burioni, Fabio Basile, Paolo Conticini, Nicolas Vaporidis e molti altri che si vedono nello spot realizzato per la campagna.

Barbara Mangiacavalli e Filippo Anelli

“Quando abbiamo pensato a questa campagna – spiega il presidente dell’Ordine di Arezzo, Giovanni Grasso – eravamo certamente consapevoli della sua importanza, ma non immaginavamo che avrebbe trovato uno spazio e un’attenzione che hanno trasformato il convegno che abbiamo organizzato per oggi, lunedì 4 marzo, da evento locale a nazionale”.

“La nostra professione – ha commentato Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi (la federazione più numerosa d’Italia, che vede coinvolti negli atti di violenza circa il 50% di infermieri) – ha come scopo il rapporto coi pazienti. È per noi un elemento valoriale importante sia professionalmente che per il ‘patto col cittadino’ che da anni ci caratterizza. Per noi è essenziale avere una relazione privilegiata con loro, per comprendere come ci vedono e come possiamo soddisfare nel modo migliore i loro bisogni di salute. Ed è altrettanto essenziale che i cittadini, spesso sopraffatti dalla tensione e dalle paure che generano i problemi di salute, purtroppo il più delle volte anche gravi, comprendano che i nostri professionisti lavorano per loro e per il loro bene, e non li aggrediscano, ma li mettano nelle condizioni di dare il meglio di sé per poterli davvero aiutare. La campagna social di Arezzo va in questo senso e siamo felici che a realizzarla siano stati proprio gli infermieri. In questo senso anche una migliore organizzazione del lavoro a livello interdisciplinare e multi-professionale aiuta a dare risposte migliori e più rapide agli assistiti”.

“Lavoriamo insieme su formazione e informazione, facendo leva su valori comuni e impegni concreti. Al ministero della Salute chiediamo di dare concretezza all’Osservatorio sulle aggressioni”, ha commentato Roberto Monaco, segretario nazionale FnomCeO, presente all’iniziativa di Viareggio, confermando le parole di Mangiacavalli. La campagna, che proseguirà nei prossimi mesi, ha coinvolto ad Arezzo, dove ha avuto origine, anche i cittadini che hanno sfilato per le vie della città.

“Non è un argomento facile da trattare – ha aggiunto Grasso – e abbiamo voluto che fossero tra i relatori proprio l’autore della ricerca che ha prodotto il dato allarmante della quasi totalità degli operatori che hanno avuto esperienze negative di questo tipo, Gianluca Pucciarelli, dell’Università di Tor Vergata, lo psichiatra e criminologo Massimo Picozzi, noto a livello nazionale anche per le sue tante partecipazioni televisive e che svolge attività di docenza nei corsi di formazione per la polizia di Stato e per l’arma dei carabinieri, con i quali è impegnato in progetti di ricerca nell’ambito dell’aggressività e della violenza, che spiega come riconoscere e gestire l’aggressività di pazienti e familiari, e la coordinatrice nazionale di Federsanità Anci, che rappresenta i vertici delle aziende sanitarie e dei Comuni, Marzia Sandroni.

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