Medici

Rinnovo Contratto medici: le reazioni

Il rinnovo del Ccnl medici (2019-2022), firmato ieri, soddisfa un po’ tutti, ma i sindacati spostano già l’attenzione sulla trattativa per il prossimo Contratto (2022-2024).

Il nuovo Contratto della dirigenza medica e sanitaria 2019-22, firmato ieri all’Aran dopo sette mesi di trattative serrate, rappresenta un grande passo avanti. Ne sono convinti i sindacati medici, i quali hanno siglato all’unanimità un accordo che prevede un aumento di 289 euro lordi al mese in busta paga e fino a 10mila euro di arretrati, ma anche percorsi di carriera e un netto miglioramento delle condizioni di lavoro. A partire dallo stop all’orario illimitato ed alle ore in più non pagate e “regalate” alle aziende.

Ma alla soddisfazione per il rinnovo del Contratto, riguardante 135mila camici bianchi del Servizio sanitario nazionale (120.063 medici e 14.573 dirigenti sanitari non medici), con risorse che ammontano a 618 milioni di euro, si affianca una richiesta: avviare subito la trattativa relativa al contratto 2022-24, per il quale, però, le risorse “ancora non ci sono”, come tengono a precisare le organizzazione mediche. Prima della firma finale, comunque, il testo dovrà passare le verifiche di competenza per entrare in vigore verosimilmente a inizio 2024.

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“Il Governo – ha commentato il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo – conferma in questo modo la sua grande attenzione per la salute pubblica, con lo sguardo rivolto al passato, per riconoscere al personale sanitario quanto fatto nei difficili anni della pandemia, ma anche per guardare con serenità al futuro di un settore strategico per il Paese. Il rinnovo dei contratti è un passaggio fondamentale per la cura dei dipendenti pubblici, la cui motivazione è fondamentale per assicurare a cittadini e imprese servizi efficaci ed efficienti. Quando sono arrivato al ministero, lo scorso autunno, c’erano ancora 2,4 milioni di dipendenti pubblici a cui non erano stati rinnovati i contratti 2019-2021, che ora stiamo invece per chiudere”.

Soddisfatto anche Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), per il quale sono stati sanciti “importanti elementi di novità”, sebbene occorra “un ulteriore passo a livello normativo, con provvedimenti in grado di aumentare l’attrattività del Ssn per i professionisti”.

Per Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, oltre alla parte economica, “questo Contratto segna un importante passo avanti per il miglioramento delle condizioni di lavoro dei medici”. A partire, come detto, dall’orario, uno dei punti più dibattuti. La questione riguarda il comma 3 dell’articolo 27, grazie al quale, spiega Alessandro Vergallo, presidente del sindacato degli anestesisti rianimatori (Aaroi), “viene di fatto ristretta l’applicabilità del comma 3 dell’articolo 15 della Legge 502/92”. Un articolato “che rendeva possibili, da parte delle amministrazioni aziendali, interpretazioni tali da portare alla cancellazione per i medici, in quanto dirigenti, di centinaia di ore lavorate, oltre alle 34+4 contrattualmente dovute”.

Non sarà più così. “È stato sancito il diritto del dipendente di recuperare le eventuali ore che si fanno in più – ha spiegato Naddeo -. Abbiamo sancito, dunque, che non c’è un orario di lavoro illimitato. Questo aspetto non chiaro si è ora trasformato in un diritto riconosciuto”. E soddisfazione per lo stop alle “ore di lavoro regalate alle aziende” arriva da tutte le sigle sindacali.

Non solo. I sindacati parlano di “risultati storici” anche per altre novità, dopo oltre tre anni di attesa: sono stati assicurati percorsi di carriera e riposi; definite le regole per i medici in formazione assunti nel Ssn; è stato ricondotto alla normalità il lavoro quotidiano dei dirigenti medici e sanitari, evitando i medici “globetrotter” e definendo la loro sede di lavoro; sono state ridotte guardie e reperibilità.

“Siamo soddisfatti, perché il testo sottoscritto riesce a garantire ai colleghi condizioni di lavoro migliori delle attuali – ha dichiarato Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici dirigenti Anaao Assomed -. Grazie all’accordo raggiunto abbiamo ottenuto alcuni risultati che possiamo definire storici: abbiamo sminato il terreno dalle ore ‘regalate’ alle aziende; abbiamo assicurato la carriera ai dirigenti; abbiamo assicurato il riposo; abbiamo assicurato il pagamento delle ore extra; abbiamo definito le regole per i medici in formazione assunti nel Ssn, che grazie al Decreto Calabria potranno godere di diritti mai riconosciuti fino a oggi e non essere più considerati dei tappabuchi; infine abbiamo cercato di ricondurre alla normalità il lavoro quotidiano dei dirigenti medici e sanitari, evitando i medici ‘globetrotter’ e definendo la sede di lavoro”.

Prosegue Di Silverio: “Per quanto riguarda la parte economica, abbiamo sempre saputo che questo non sarebbe stato un contratto a molti zeri, perché lo stanziamento fissato nella finanziaria di due anni fa era esiguo”. Gli arretrati al 31 ottobre 2023 ammontano invece a 10.757 euro medi lordi. “Abbiamo gettato le basi perché cambi l’idea del nostro lavoro – conclude Di Silverio – e venga visto e vissuto sempre meno come una gabbia professionale. Ora servirà agire per modificare le leggi e uscire da logiche ormai superate”.

L’obiettivo è innanzitutto quello di frenare la fuga dei camici bianchi dal Ssn. Per Andrea Filippi, segretario della Fp Cgil, “la firma di questo Contratto è una prima restituzione di diritti e salario, ma chiediamo risposte nella Legge di Bilancio”. Per questo “saremo in piazza il 7 ottobre e, come Fp Cgil, siamo pronti alla mobilitazione”.

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