Racket del caro estinto a Bologna, sul libro paga anche infermieri: è davvero così?

In queste ore verranno interrogati tutti gli indagati e nel caso in cui, come sospettiamo, non dovessero esserci infermieri, il danno all'immagine della comunità professionale sarà già stato compiuto, incrinando il rapporto di fiducia con i cittadini. 

Ancora una volta arriva alla ribalta mediatica il caso del “caro estinto” questa volta coinvolti i due ospedali più importanti di Bologna, l’Ospedale Maggiore e il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi

Le indagini che hanno portato all’arresto di 30 persone, al sequestro di circa 13 milioni di euro ed hanno coinvolto nell’operazione più di 300 militari. Il blitz ha smantellamento l’organizzazione che era riuscita ad assicurarsi praticamente tutti i servizi funebri dei due ospedali bolognesi.

Un’associazione a delinquere composta dai due cartelli di pompe funebri. Le indagini sono state coordinate e avviate dalla Procura della Repubblica di Bologna. I due cartelli controllavano infatti le camere mortuarie dei due ospedali e si dividevano poi il lavoro. Le accuse di cui dovranno rispondere i fermati saranno quelle di riciclaggio e corruzione.

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Tutti i maggiori media nazionali riportano la notizia soffermandosi sul coinvolgimento, tra i 30 arrestati, di personale infermieristico: ma è davvero così?

Purtroppo per i giornalisti tutti coloro che non indossano un camice sono praticamente INFERMIERI: tra gli indagati, al momento, non ci risultano infermieri, ma personale addetto alle camere mortuarie dei due ospedali. Ovviamente ci riserviamo di fornire ulteriore dettagli, intanto ci permettiamo di dare un prezioso consiglio ai giornalisti.

Prima di parlare di infermieri, è opportuno accertarsi che questi lo siano per davvero, evitando di dare delle informazioni incomplete. E’ molto semplice scoprirlo, basta consultare l’albo nazionale al seguente link:

www.fnopi.it/chi-siamo/ricerca-albo.htm

In queste ore verranno interrogati tutti gli indagati e nel caso in cui, come sospettiamo, non dovessero esserci infermieri, il danno all’immagine della comunità professionale sarà già stato compiuto, incrinando il rapporto di fiducia con i cittadini. In tal caso chiederemo alle testate giornalistiche interessate di rettificare la notizia.

 

Redazione NurseTimes

 

Massimo Randolfi

INFERMIERE: Nato a Bari, fondatore di Nurse Times e amministratore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", la sua passione per l'infermieristica, l'informazione e per l'informatica lo porta ad essere l'anima tecnica del progetto www.nursetimes.org

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