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Prescrizione Infermieristica in Spagna, SI! NO! Forse..

Salta la possibilità, per gli Infermieri spagnoli, di prescrivere farmaci secondo una lista pre-determinata?

Secondo le ultime notizie riportate da Quotidianosanita sembrerebbe di si, almeno stante a quanto dichiarano dal Consiglio Generale dei Collegi degli Infermieri spagnoli, il nostro IPASVI, che intende ricorrere al Tribunale supremo contro il Regio Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 23 dicembre scorso. La notizia, anche se non nuova in quanto già ad ottobre a legge approvata si era manifestato tutto il disappunto degli Infermieri spagnoli, comporta una serie di riflessioni che puntano dritto alla situazione del nostro paese

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Prima di provare a far emergere le differenze che esistono tra i nostri due Paesi, facciamo una rapida ricostruzione delle vicende spagnole.

Il percorso verso la prescrizione infermieristica in Spagna era iniziato già nel 2009 ma solo quest’anno sembrava essere avviato, in effetti si è concretizzato anche se con le contraddizioni denunciate dagli Infermieri,  alla definita approvazione.

A Marzo si era giunti alla prima approvazione del progetto di Decreto Reale da parte del Consiglio Inter-territoriale, un organo permanente del Servizio Sanitario Spagnolo,  e si avviava spedito verso il Consiglio di Stato e gli altri organi legislativi previsti sino alla promulgazione che sarebbe dovuta avvenire entro l’anno.

Il 16 ottobre un primo imprevisto stop: il testo di legge, che in questo iter durato 6 anni aveva visto ben 86 versioni susseguirsi nel tempo, veniva stoppato dal Consiglio dei Ministri.

Per nulla scoraggiati dall’imprevisto stop, il Collegio Spagnolo e il più grande sindacato di categoria SATSE chiedevano un incontro al Ministro ed annunciavano lo sciopero generale.

Nel frattempo però il Decreto veniva definitivamente approvato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ma subito gli Infermieri storgono il naso in quanto si mortifica un percorso di prescrizione infermieristica che veniva limitata negli effetti pratici al tal punto che anche sostanze utilizzate per la gestione delle lesioni cutanee sarebbero sottoposte a valutazione medica prima di poter essere prescritte.

La vicenda spagnola però apre a molti spunti rispetto alla situazione italiana.

La prima cosa che risalta agli occhi del lettore è come esista una forte coesione tra il Collegio Spagnolo ed il Sindacato SATSE, coesione che li fanno annunciare congiuntamente lo sciopero generale.

Il SATSE, nato nel 1979, rappresenta oggi circa 100mila infermieri ed il più grande sindacato di categoria della Spagna, si schiera a difesa della Sanità Pubblica spagnola su principi di universalità, uguaglianza, solidarietà e gratuità.

La sinergia tra Collegio e Sindacato permette una veloce presa di posizione sulle vicende che riguardano la professione, portando immediatamente in campo le due diverse mission ad essere le lame di una stessa forbice: il Collegio opera per la tutela della Professione mentre il Sindacato opera nei confronti dei professionisti. Non vi sono invasioni di campo ma azioni sinergiche che finiscono per potenziare l’una e l’altra fino a diventare una sola azione.

Appare evidente che non è quello che accade nel nostro Paese, un po’ perché ci manca un SATSE ed un po’ perché il Collegio ha abbandonato da anni lo spirito rivendicativo, lasciando al Sindacato ampio mandato, con il risultato che si seguono strade diverse con il risultato di depotenziare qualsiasi azione.

Interessante è la motivazione che spinge Collegio e Sindacato a minacciare lo sciopero: la campagna vaccinale contro l’influenza.

In Spagna sono gli Infermieri che si occupano di portare avanti i percorsi di vaccinazione, non i medici di medicina generale come in Italia. Gli infermieri si muovono in autonomia e svolgono l’intera campagna. Ovviamente, scontato in Spagna ma non in Italia, questo avviene perché gli Infermieri per giungere a svolgere tale compito hanno conseguito una specializzazione formativa.

Altra differenza: mentre nel 2009 si cominciava a parlare di Prescrizione, in Italia si decideva di mettere mano al Codice Deontologico, peggiorandone il testo e introducendo norme pericolose come l’art. 49.

Sarebbe curioso sapere di cosa parlavano i  nostri illuminati dirigenti che rispondono al nome di Silvestro e Rocco quando si incontravano con i colleghi europei, visto la prima (pur essendo una Dirigente) voleva l’introduzione di una norma deontologica che permettesse di poter operare in “compensazione” laddove vi fosse la necessità, mentre il secondo si era già espresso negativamente sulla prescrizione qualche tempo prima all’alba della prescrizione nata in Gran Bretagna.

La vicenda spagnola non è chiusa, anzi, aspettiamo presto buone notizie per poter finalmente avere un altro Paese da invidiare per capacità a valorizzare la nostra Professione.

Hasta la vista..

Piero Caramello

Sitografia:

www.quotidianosanita.it

www.quotidianosanita.it

 

 

 

 

Redazione Nurse Times

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