“Prega che ti passa”: meno tumori e malattie cardiovascolari per chi prega

Da uno studio pubblicato su the Journal of the American Medical Association (JAMA) sembrerebbe che le donne che vanno spesso in chiesa vivono più a lungo e si ammalano meno di cancro e malattie cardiovascolari

Leggendo il titolo pubblicato su un quotidiano, abbiamo pensato che fosse una bufala. Allora abbiamo cercato di reperire il full text dell’articolo ed osservare i dati pubblicati.

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Lo studio, con disegno longitudinale, ha avuto inizio nel 1996. Il campione dello studio era costituito da 74.534 donne al baseline (T0 – 1996) con  tendenza a partecipare a sedute religiose. Di queste donne, circa 14.158 riferirono di partecipare alla messa più di una volta a settimana, 30.401 una volta a settimana, 12.103 meno di una volta a settimana e 17.872 invece hanno riferito di non aver mai frequentato a sedute religiose (vedi tabella 1). Inoltre la maggior parte del campione era costituito da donne cattoliche o protestanti.

Le donne che hanno partecipato a servizi religiosi più spesso avevano una tendenza ad essere meno depresse rispetto a coloro che non partecipano (N= 708, SD= 5.0 vs N= 1430, SD= 8.0). Inoltre attraverso la regressione di COX, gli autori hanno osservato la correlazione che c’era tra la partecipazione ai servizi religiosi e il tasso di mortalità. DA quello che ne risulta coloro che partecipavano frequentemente alle celebrazioni religiose avevano una più bassa mortalità rispetto a quelli che partecipavano raramente (95% CI, 0.62-0.71 vs 95% CI, 0.81-0.92, p<.001).

Inoltre analizzando le cause di mortalità gli autori hanno osservato che vi era una correlazione significativa (p<.001) tra la partecipazione a cerimonie religiose e morti per cause cardiovascolari e cancro. Durante il follow up avvenuto 16 anni dopo dal reclutamento del campione, gli autori hanno osservato che le donne che partecipavano frequentemente a cerimonie religiose hanno visto ridursi del 26% il proprio tasso di mortalità, mentre quelle che partecipavano raramente del 13%

Sembrerebbe assurdo, invece è possibile. Osservando i dati cosa c’entra andare in chiesa con l’avere malattie cardiovascolari o tumori. Gli autori hanno osservato che coloro che partecipavano spesso a cerimonie religiose, avevano un tasso di depressione minore, inoltre presentavano un maggior ottimismo ed erano meno abituali a fumare. Questo spiega il motivo per cui vi sarebbe una minore percentuale di tumori nelle donne che frequentano rispetto quelle che non frequentano.

Detto questo gli autori affermano comunque che i dati dovrebbero essere trattati con delicatezza senza generalizzare, infatti il campione, essendo costituito principalmente da donne bianche e con condizioni economiche medio-alte non rappresentano un campione ben distribuito. Probabilmente, come gli stessi autori suggeriscono, inserendo nel campione anche soggetti di classi sociali differenti, meno agiate, probabilmente i risultati avrebbero altri risvolti.

Tabella 1. Caratteristiche socio-demografiche del campione

 

 

Characteristics

Attendance at Religious Service in 1996b
Never

(n = 17 872)

Less Than Once per Week (n = 12 103) Once per Week (n = 30 401) More Than Once per Week (n = 14 158)
Age at 1996, mean (SD), yc 61.1 (7.1) 60.8 (7.2) 62.1 (7.1) 63.2 (6.9)
Attendance at religious services in 1992
Never 14 047 (78.6) 2312 (19.1) 912 (3.0) 156 (1.1)
Less than once per week 3288 (18.4) 8157 (67.4) 4803 (15.8) 637 (4.5)
Once or more than once per week 536 (3.0) 1634 (13.5) 24 686 (81.2) 13 365 (94.4)
White participants 17515 (98.0) 11 740 (97.0) 29 793 (98.0) 13 733 (97.0)
Religious group
Catholic 5183 (29.0) 3389 (28.0) 16 417 (54.0) 5805 (41.0)
Protestant 11 081 (62.0) 7504 (62.0) 13 072 (43.0) 7362 (52.0)
Other Christian 357 (2.0) 242 (2.0) 608 (2.0) 849 (6.0)
Ashkenazi Jewish 715 (4.0) 726 (6.0) 304 (1.0) 0
Sephardic Jewish 0 0 0 0
Eastern (eg, Buddhist, Hindu) 0 0 0 0
Muslim 0 0 0 0
Other religious heritage 357 (2.0) 121 (1.0) 304 (1.0) 142 (1.0)
Did not answer the question 179 (1.0) 121 (1.0) 0 0
College and graduate school 10 008 (56.0) 6899 (57.0) 16 417 (54.0) 7645 (54.0)
Diabetes 1072 (6.0) 847 (7.0) 1824 (6.0) 849 (6.0)
Hypertension 7149 (40.0) 4962 (41.0) 11 856 (39.0) 5380 (38.0)
Hypercholesterolemia 9293 (52.0) 6415 (53.0) 16 113 (53.0) 7504 (53.0)
Physical examination in past 2 y 15 549 (87.0) 10 893 (90.0) 27 665 (91.0) 12 884 (91.0)
Current hormone use 8757 (49.0) 6173 (51.0) 14 592 (48.0) 7079 (50.0)
BMI, mean (SD) 26.5 (5.5) 26.6 (5.3) 26.5 (5.1) 26.5 (5.1)
Physical activity, mean (SD), MET-h/wk 17.7 (22.9) 18.2 (21.6) 17.7 (22.0) 17.8 (20.5)
Current smokers 3574 (20.0) 1694 (14.0) 3040 (10.0) 708 (5.0)
Age at first birth, mean (SD), y 24.7 (3.9) 24.8 (3.8) 24.8 (3.7) 24.8 (3.9)
Parity, mean (SD), No. 2.9 (1.6) 2.9 (1.6) 2.9 (1.6) 2.9 (1.6)
No physical function limitation 8579 (48.0) 5930 (49.0) 15 809 (52.0) 7221 (51.0)
Depression in 1996 1430 (8.0) 847 (7.0) 1824 (6.0) 708 (5.0)
Multivitamin use 9115 (51.0) 6657 (55.0) 15 809 (52.0) 7928 (56.0)
Alcohol consumption, mean (SD), g/d 6.8 (11.2) 5.4 (9.0) 4.6 (8.3) 3.4 (7.2)
Live alone 3038 (17.0) 1936 (16.0) 4256 (14.0) 2124 (15.0)
Not employed in last 2 y 7149 (40.0) 4478 (37.0) 11 856 (39.0) 6088 (43.0)
Alternate Healthy Eating Index–2010 quintile 5, best diet quality 3396 (19.0) 2421 (20.0) 6080 (20.0) 2973 (21.0)
Current smoking in 1998 3038 (17.0) 1452 (12.0) 2432 (8.0) 566 (4.0)
Alcohol consumption in 1998, mean (SD), g/d 6.6 (10.9) 5.4 (9.2) 4.6 (8.4) 3.4 (7.3)
Depressive symptoms in 2000, mean (SD)d 79.3 (14.4) 80.1 (13.4) 80.9 (12.9) 82.3 (12.2)
Social integration score in 2000, mean (SD) 4.2 (2.6) 4.9 (2.8) 5.4 (2.7) 5.9 (2.8)

Gianluca Pucciarelli

Bibliografia

Shanshan L, Stampfer MJ, Williams DR, VanderWeele TJ. Association of Religious Service Attendance With Mortality Among Women. JAMA. 2016. Avaible su archinte.jamanetwork.com

 

Gianluca Pucciarelli

Infermiere di Neuro-riabilitazione. Dopo aver conseguito la Laurea Magistrale in Scienze infermieristiche si è iscritto al dottorato di Ricerca presso l'Università di Tor Vergata. Dottorando ricercatore la cui linea dottorale è quella di studiare la Qualità di vita delle famiglie italiane affette da Ictus cerebrale

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