Il ministro Speranza: “Sciolti i nodi fondamentali dopo l’incontro con Mef e Regioni”.
È finalmente in dirittura d’arrivo il
Patto per la salute, documento fondamentale per la sanità italiana, in attesa di approvazione da mesi. Lo annuncia su Twitter e Facebook il ministro
Roberto Speranza: “Sciolti i nodi fondamentali per il Patto 2019-2021, dopo l’incontro tra ministero della Salute, Mef e Regioni. La prossima settimana il nuovo testo andrà in Commissione Salute e Conferenza Stato-Regioni. Al lavoro per rafforzare il Servizio sanitario nazionale”.
Alcuni dei passaggi fondamentali del nuovo Patto, che certifica l’aumento di 2 miliardi del
Fondo sanitario nazionale per il 2020, riguardano il
personale. Le Regioni potranno così investire di più per le
assunzioni, finora bloccate da una serie di parametri fissati dal Mef. Il fondo per gli investimenti nel personale potrà passare dal 5% della spesa sanitaria regionale al 15%.
È quello che chiedevano molte realtà locali, in particolare quelle con i bilanci più in ordine. Oltre alla difficoltà di reperire
medici in certe specialità, infatti, c’erano problemi ad assumerli, perché bisognava rispettare un tetto di spesa. Alzato quello, sarà più semplice manovrare per gli assessorati, anche se le specialità carenti (come anestesia, ortopedia, pediatria, ginecologia) resteranno comunque in difficoltà. Poter investire sui lavoratori, però, significa anche
assumere più infermieri.
Tra le altre cose, è stato innalzato del 2% il tetto di spesa per le
prestazioni acquistate dal privato accreditato. Inoltre sono state cambiate le norme su
commissariamenti e piani di rientro delle Regioni con il bilancio in rosso. Ci si baserà sul rispetto dei livelli essenziali di assistenza (Lea), ma anche sulla salute economica dell’amministrazione. Il piano di affiancamento delle Regioni in difficoltà scatterà quando il disavanzo sarà pari al 5% del bilancio. Al 3% scatterà un’allerta, mentre il commissariamento scatterà solo come soluzione.
Redazione Nurse Times
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