Ci risiamo. Ieri mattina, nel senese, un altro neonato è stato lasciato in un cassonetto, avvolto da una scatola di cartone. La sciagurata che lo ha partorito ha scelto il primo giorno di primavera per darlo alla luce e per lasciarlo lì, al freddo. Lo ha ritrovato una ragazza di 27 anni, che era andata a gettare l’immondizia ed ha lanciato l’allarme. I carabinieri, però, non convinti del suo racconto, l’hanno interrogata fino a che la badante romena non ha confessato: quel fagottino…era il suo. Ha dichiarato comunque di non volerlo tenere. La piccola è una bambina. Che ora, fortunatamente, è al caldo, ricoverata e sta bene.
Possibile che a distanza di 16 anni dalla sua entrata in vigore ancora in pochi conoscano la legge per il parto in anonimato (dpr 396/2000)? In Italia è infatti possibile partorire negli ospedali mantenendo segreta la propria identità. È sufficiente che la gestante in travaglio si presenti in ospedale e dichiari di volerlo fare segretamente; e quindi di non poter/voler riconoscere il bambino che sta per mettere al mondo. Così, una donna alle prese con l’epilogo di una gravidanza indesiderata, può salvare il bambino che porta in grembo e salvarsi dalle potenziali complicanze di un parto in casa o in strada. La legge è stata pensata per contrastare l’abbandono neonatale, l’aborto e l’infanticidio
e con lo stesso obiettivo alcuni ospedali delle grandi città italiane si sono dotati della cosiddetta ‘ruota degli esposti’: una culla riscaldata dove è possibile lasciare il bambino appena nato con la certezza di assicurargli cure immediate ed una futura adozione da parte delle numerose coppie in attesa.La culla termica è dotata di un allarme acustico che avvisa subitamente il personale medico e assistenziale della presenza di un neonato. Installate all’inizio in ospedali come il Federico II di Napoli, la clinica Mangiagalli di Milano, il Policlinico Casilino di Roma, ad oggi le ‘ruote’ sono sempre più numerose nel nostro Paese. Se ne sono aggiunte altre, infatti, presso il Del Ponte di Varese, il Sant’Anna di Torino, l’Azienda ospedaliera universitaria di Padova e l’ospedale Careggi di Firenze.
Donne, non abbiate paura. La legge è dalla vostra parte… Se vi trovate in una situazione difficile, se siete straniere o clandestine, potete partorire in ospedale ed in totale anonimato. Nessuno vi denuncerà o vi manderà via dall’Italia. E se proprio non potete o non volete recarvi presso una struttura sanitaria e non è vostra intenzione occuparvi del bambino, portatelo in una delle ‘ruote’ più vicine, ci sarà una culla calda pronta ad accoglierlo. Nessuno vi vedrà. Non lasciatelo al freddo ed in pericolo di vita. Non negategli la possibilità di sorridere.
Alessio Biondino
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