PAOLO, LA STORIA DEL BAMBINO CHE SCONFISSE IL MOSTRO IN ONCO-EMATOLOGIA PEDIATRICA
La storia di Paolo non è esattamente come potremmo figurarcela dal titolo dell’articolo. Paolo infatti è un bambino immaginario, il mostro che sconfigge è un drago di quelli che volano e sputano fiamme, il reparto di onco-ematologia pediatrica dove Paolo è ricoverato.. beh, è fatto a matita e pastelli.
Stiamo parlando di un cortometraggio della Anikey Studios, casa d’animazione dei Paesi Bassi, che ha consegnato alla Confederazione Internazionale delle Organizzazioni di Genitori di Bambini Malati di Cancro (ICCCPO) un cartone animato di 25 minuti che racconta ai bambini con tumore cosa potrà prevedere il loro percorso all’interno dell’ospedale.
Quando ad un bambino viene diagnosticata una malattia oncologica non è mai facile prenderne atto. Non è mai bello, a qualsiasi età: se tocca ad un bambino ci sembra qualcosa di irreale. Non sembra vero. Ma chi lavora nel reparto di onco-ematologia pediatrica sa che non è così.
La malattia esiste ed occorre farci i conti, non evitarla come qualcosa di impossibile!
La storia di Paolo è un ottimo strumento. Quella di Paolo è anche una storia paradossale: un cartone animato che fa da specchio alla realtà e si propone come un supporto per quelle situazioni di reparto, in cui capiti di evitare l’argomento cancro.
Racconta in modo molto preciso tanti aspetti della malattia e li racconta ad un bambino. Cerca di non trascurare nulla, soprattutto le cose che vengono tendenzialmente taciute ai bimbi perché si ha paura che si spaventino.
Il loro legame non è solo sanguineo; anzi, a volte ci sono famiglie che un legame di sangue non ce l’hanno proprio: eppure i bambini comprendono tanto. I bambini capiscono, anche quando hanno il cancro. Lo sentono dalle voci rotte dei genitori: dalla faccia più rigida di un papà che non vuol far trasparire la paura, dagli occhi lucidi di una mamma che trattiene le lacrime.
Lo capiscono anche dalle espressioni degli Infermieri preoccupati. Rimanere in silenzio o mentire non funziona, non aiuta il bambino e forse non aiuta neppure noi o i genitori. I bambini si fanno tante domande, spesso più degli adulti
. E vogliono altrettante risposte, spesso più precise di quelle date agli adulti. Occorre trovare la parole adatte e la formula giusta.Servirà anche a noi – come professionisti sanitari – per creare un clima collaborativo e quanto più sereno possibile, distribuendo in modo sano le responsabilità, per permetterci di lavorare non solo per il bambino e la famiglia, ma assieme a loro.
Non è facile, serve impegno e in questi reparti un pizzico in più di creatività.
Ma Paolo e il Drago può essere un ottimo strumento per istradare, laddove le condizioni lo permettano, un percorso di cura condiviso ed attento affinché tutti i componenti della squadra (l’alleanza terapeutica) camminino assieme, un passo alla volta: senza avere la pretesa di prevedere un futuro lontano, ma con la certezza che ora la strada la stiamo facendo assieme.
Ringraziamo il dott. Giuseppe Marino, Psicologo sempre al fianco degli Infermieri per il prezioso contributo offerto alla nostra professione ed invitiamo i lettori a non perdere il prossimo appuntamento settimanale con PsicoPoint.
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