Riportiamo di seguito il testo della lettera inviata da Francesco Balducci, segretario territoriale di Fsi-Usae Bari-Taranto, al governatore pugliese Michele Emiliano, al direttore del dipartimento Salute e commissario straordinario dell’AOU Policlinico, Giancarlo Ruscitti, nonché al direttore generale dell’Asl di Bari, Vito Montanaro.
È nota alle SSVV la situazione in cui si trovano a operare gli ospedali della città metropolitana di Bari. Le gravi carenze di organico a tutti i livelli, a seguito dei tanti anni di blocco delle assunzioni, hanno determinato seri problemi nella gestione quotidiana dei servizi e delle unità operative di ogni tipo.
I problemi maggiori si riscontrano nelle unità operative di degenza, nell’area dell’emergenza e anche – cosa ancor più grave – nelle unità operative di terapia intensiva, sub intensiva e pronto soccorso. Con riferimento all’area del comparto, i nostri ospedali sono lontani dagli standard organizzativi e di dotazione organica delle regioni cosiddette “virtuose”.
Infatti, le norme regionali della Puglia in materia di accreditamento delle strutture sanitarie, quando fanno riferimento alla dotazione organica, nulla o quasi dicono in relazione al numero di infermieri e operatori sociosanitari, né in termini di standard ottimali né di standard minimi, cosicché in molti casi la dotazione organica è inferiore ai requisiti minimi previsti in caso di sciopero.
Le carenze di organico comportano un aumento dei carichi di lavoro e turni di lavoro straordinario ormai insostenibili, causando un aumento del logorio psicofisico. Se consideriamo che l’età media del personale infermieristico è di circa 50 anni e che quasi il 70% è costituito da donne, è invitabile che un’alta percentuale sia affetta da limitazioni anche gravi, e per tali lavoratori, tutt’ora, non vi è la possibilità di assegnazione ad attività compatibili con le limitazioni. Ciò in aperta violazione delle previsioni normative in materia di sicurezza sul lavoro. Inoltre, la carenza di organico rende anche impossibile la conciliazione dei tempi di vita familiari con quelli lavorativi, determinando ulteriore frustrazione e stress.
È evidente che se il sistema non è ancora collassato lo si deve al personale precario che da anni attende delle risposte in merito alla stabilizzazione del rapporto di lavoro
, pur avendo maturato i requisiti di legge. Va altresì chiarito che, pure a stabilizzazione avvenuta, non si avrà un aumento della dotazione organica, poiché detto personale è già in servizio e fa parte dell’attuale carente dotazione. Per questo è indispensabile avviare l’assunzione di nuovo personale.Ma gli effetti degli organici sottodimensionati si ripercuotono negativamente anche sugli utenti e sulla operatività dei servizi. Infatti, non sarà sfuggita alle SSVV il caso della Oncoematologia pediatrica del Policlinico di Bari, dove è impossibile avviare l’apertura del centro trapianti, e della Terapia intensiva per carenza di personale infermieristico e di supporto.
Nel caso specifico, solo lo spirito di sacrificio degli operatori ha consentito di accettare i ricoveri in esubero rispetto ai posti letto disponibili, aprendo temporaneamente ulteriori stanze di degenza ed evitando ai piccoli pazienti e alle famiglie di doversi spostare in altri ospedali. In altre unità operative dello stesso Policlinico e in altri ospedali di rilievo della ASL, la situazione non è differente.
Sempre in un’ottica rivolta all’utenza, ci permettiamo di sottolineare che un congruo numero di infermieri e di OSS nelle corsie di degenza avrebbe ricadute positive in termini di qualità percepita. Per questo è necessario che ogni utile risorsa del bilancio sanitario regionale e delle aziende sanitarie venga impiegata per l’adeguamento delle dotazioni organiche ai migliori standard nazionali.
Per quanto sopra, la scrivente CHIEDE
In attesa di riscontro, cordiali saluti.
Il segretario territoriale FSI-USAE Bari-Taranto
Francesco Balducci
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