Orario di lavoro, Confintesa Sanità ricorre alla Commissione Europea contro lo Stato italiano.

I segretari torinesi Lippo e Amato sulla reperibilità notturna: “Quando si verifica un errore, i giudici controllino se l’operatore ha riposato 11 ore”.

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“Gli operatori e i pazienti vanno tutelati”. Così Francesco Lippo e Domenico Amato (foto), rispettivamente segretario e segretario generale di Confintesa Sanità Torino, spiegano i motivi per cui la stessa Confintesa Sanità ha depositato un ricorso in Commissione Europea, avviando una procedura di infrazione contro lo Stato italiano per il mancato rispetto della Direttiva 2003/88 sull’orario di lavoro.

“Confintesa Sanità – dicono Lippo e Amato – contesta la norma introdotta nel 2008 dall’allora Governo Berlusconi (Legge 133), che esclude i lavoratori in servizio di reperibilità attiva dal riposo giornaliero di 11 ore consecutive. È chiaro che il problema non sussiste se la reperibilità è totalmente passiva, cioè svolta a casa. Però, con la scarsità di personale e le relative difficoltà nelle turnazioni organiche, queste situazioni accadono spesso. Molte volte gli operatori vengono attivati sullo smonto dopo due-tre notti consecutive, e il riposo diventa di conseguenza lo smonto e si riparte il giorno dopo con la sequenza di turni che possono capitare al mattino o nel pomeriggio”

.

E ancora: “Noi, da un lato abbiamo presentato un ricorso alla Commissione europea (possiamo farlo direttamente come associazione) per chiedere la messa in mora dell’Italia su questa questione, dall’altro stiamo promuovendo procedimenti in sede giurisdizionale per conto di singoli colleghi che vivono questa realtà (non abbiamo la possibilità di adire direttamente alla Corte di Giustizia, ma dobbiamo passare attraverso un giudice del lavoro). Si tratta di un quesito interessante anche dal punto di vista culturale e giuridico, perché non c’è, a nostra conoscenza, un pronunciamento diretto sulla questione. Ci sono vari pronunciamenti della Corte di Giustizia europea, che vanno nel senso della non frazionabilità del riposo, ma nella condizione specifica della reperibilità non ve ne sono ancora. Gli operatori sanitari sono ormai costretti a turni massacranti e sono sottopagati. Come organizzazione sindacale di Confintesa Sanità, ci rivolgiamo alla Corte di Giustizia per chiedere più valorizzazione e più dignità per le vite sociali dei lavoratori”.

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