Opi Trento: “Emergenza nell’emergenza per le Rsa trentine”.

Di seguito la lettera aperta firmata dal presidente dell’Ordine, Daniel Pedrotti (foto), e inviata a Maurizio Fugatti e Stefania Segnana, rispettivamente presidente e assessore alla Salute della Provincia autonoma di Trento.

Egregio signor Presidente, Gentile signora Assessora, da tempo l’Ordine degli infermieri della Provincia Autonoma di Trento esprime forte preoccupazione per le dotazioni infermieristiche sottodimensionate nelle RSA che mettono a rischio la sicurezza dell’assistenza degli ospiti con bisogni sanitari e assistenziali sempre più complessi, ma ora, con l’emergenza in essere, la carenza di organico, in particolare in specifiche strutture, è arrivata a livelli drammatici, tali da non garantire gli standard minimi assistenziali. Purtroppo, pur consapevoli della criticità e complessità della situazione, dobbiamo evidenziare che le istanze urgenti poste nella lettera inviataLe il 19 marzo 2020 e nell’incontro del 30 marzo 2020 con l’assessora Stefania Segnana e il dirigente generale del Dipartimento Salute e politiche sociali, dott. Giancarlo Ruscitti, relative alle dotazioni organiche infermieristiche non hanno avuto ad oggi nessun riscontro. Pur riconoscendo e apprezzando gli sforzi ed iniziative intraprese fino ad oggi da parte di tutti, dal singolo professionista fino alle istituzioni, sentiamo l’esigenza come Ordine di ri-sottoporre alla Vostra attenzione le conseguenze che si stanno determinando a carico di ospiti, operatori sanitari e istituzioni. Ospiti: la specificità e complessità dei bisogni sanitari ed assistenziali nelle RSA già rappresentata nelle precedenti iniziative dell’Ordine, risulta, alla luce dell’emergenza sanitaria in atto, esplosa, e riguarda tutti gli anziani oggi residenti nelle strutture. Da un lato ospiti NON COVID con rischio di sviluppo di esiti assistenziali associati al depauperamento del tempo di assistenza (es. disidratazione, malnutrizione, lesioni da decubito, perdita delle capacità residue), dall’altro ospiti COVID per i quali si rendono necessarie competenze clinico – assistenziali specifiche legate alla gestione di quadri clinici instabili a rapida evoluzione (es. intercettazione precoce di segni di aggravamento, tempestività nelle decisioni). È evidente e sotto gli occhi di tutti che l’emergenza nell’emergenza si sta consumando proprio nelle RSA, ne è dimostrazione l’elevato tasso di mortalità, al quale è necessario associare la dimensione qualitativa del morire che sopraggiunge in solitudine per l’assenza dei propri cari. Operatori sanitari: il contributo degli infermieri in queste settimane in termini di competenza, umanità, disponibilità e flessibilità è straordinario per offrire una risposta ai bisogni dei cittadini. Testimonia la forza di una professione che riconosce tra i principi etici fondanti quella della solidarietà e dignità della persona. In molte RSA risultano assenti per malattia o tampone positivo la maggior parte degli infermieri e operatori socio sanitari determinando per coloro che sono in servizio turni anche di 12-16 ore per più giorni consecutivi, in una logica esclusivamente compensatoria. Questo compromette di fatto la possibilità di potenziare gli organici in risposta ai modificati bisogni quali-quantitativi degli ospiti, oltre che impattare sulla tenuta psicofisica di infermieri e operatori socio sanitari. Il rapporto infermiere/ospiti è arrivato a rapporti numerici non accettabili anche in considerazione della fragilità associata alle condizioni cliniche degli ospiti di molte strutture. Istituzioni: è evidente che anche le RSA sono chiamate a rivedere la propria mission per adattarla all’emergenza in atto, ri-adeguando percorsi clinico assistenziali e processi lavorativi. La complessità clinico-assistenziale degli ospiti e l’emergenza infettivologica richiedono nell’immediato specifiche competenze sanitarie. Ciò premesso, l’Ordine chiede di conoscere quali azioni ed iniziative sono state intraprese per garantire adeguati livelli assistenziali nelle RSA per far fronte ai bisogni sanitari e assistenziali degli ospiti aumentati esponenzialmente e al depauperamento delle risorse interne alle singole strutture, in particolare infermieri e operatori socio sanitari. Chiede inoltre quali strategie siano in atto per garantire una riallocazione degli infermieri e operatori socio sanitari in relazione alle priorità organizzative delle strutture sanitarie e socio sanitarie della Provincia Autonoma di Trento. È necessario che in sinergia, tutte le varie istituzioni coinvolte, costruiscano tempestivamente strategie per ideare scenari e modelli capaci di rispondere in modo efficace ed efficiente a questa emergenza. A tal proposito l’Ordine conferma di essere al fianco della Provincia Autonoma di Trento e si mette a disposizione per dare il proprio contributo. Redazione Nurse Times
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