Opi Toscana: “Infermieri in calo. Ne servono subito 3mila per garantire un’assistenza adeguata”

È quanto si legge in una nota, diffusa alla luce del Rapporto OASI 2018 e delle previsioni del Centro studi Fnopi.

“Secondo il Rapporto OASI recentemente pubblicato, in Toscana, per ogni 100 infermieri presenti nel 2010 oggi ne abbiamo due in meno. Sono circa 21.000 gli infermieri abilitati a fronte di 3 milioni e mezzo di abitanti, un rapporto infermiere/1.000 abitanti di 6, quando la media Europea è di 8,4”. È quanto si legge in una nota diffusa dagli Ordini delle professioni infermieristiche della Toscana.

“Se dovessimo basarci solo su questo – sottolinea la nota –, gli infermieri a mancare sarebbero 8.000, ma intanto, da subito, ne servono circa 3.000. È questo, secondo il Centro studi Fnopi, il numero di assunzioni necessarie in Toscana, se vogliamo un equa distribuzione tra professioni. La necessità è motivata da una popolazione che è tra le più anziane d’Italia e d’Europa, dove la cronicità, e quindi il bisogno assistenziale, è elevatissimo. Ma ad essere anziani e malati sono anche i professionisti (secondo un rapporto Cergas Bocconi, almeno il 15% degli infermieri ha inidoneità lavorative), ed ecco perché il numero di infermieri occupati è sovrastimato nella realtà dei fatti”.

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E ancora: “Questa situazione ha dei rischi evidenti, e sono i dati internazionali a parlare: ogni volta che si assegna un assistito in più a un infermiere (il rapporto ottimale in ospedale a bassa intensità sarebbe 1:6) aumenta del 23% l’indice di burnout, del 7% la mortalità dei pazienti, del 7% il rischio che l’infermiere non si renda conto delle complicanze a cui il paziente va incontro. Gli Oss, invece, sono aumentati dal 2010 di 8 unità ogni 100 e questo è un bene perché il personale di supporto è importante e permette all’infermiere di evitare le cosiddette attività demansionanti, anche se è bene ricordare che, secondo un recente studio pubblicato sul BMJ

, la presenza di personale di supporto in sostituzione degli infermieri NON sortisce alcun effetto sul miglioramento degli esiti di salute; pertanto è da considerarsi strategia da disincentivare».

La nota precisa poi: “Questa carenza cade proprio nel periodo storico in cui si sta implementando l’infermiere di famiglia e di comunità, che certo non potrà agire su un rapporto per abitante così elevato come adesso. Dove va meglio, infatti, si assesta su un infermiere ogni 3.000 assistiti (un medico di Medicina generale si definisce massimalista con 1.500 assistiti, per fare un confronto). Il rapporto ottimale dovrebbe prevedere, come dichiarato dal Centro studi Fnopi, di un infermiere di famiglia e comunità ogni 500 assistiti. C’è bisogno di infermieri nella riforma dei pronto soccorso, che deve prevederne l’aumento per garantire percorsi see and treat e fast track, nell’aumento dei posti per cure intermedie (ospedali di comunità), che sono a gestione infermieristica, per non parlare di tutte quelle attività specialistiche dove gli infermieri sono sempre più impegnati (Picc team, ambulatori medicazioni difficili, stomacare, ecc.)”.

Concludendo: “La graduatoria dell’ultimo concorso Estar è praticamente terminata e troppi sono stati i colleghi assunti provenienti da altre regioni, che hanno già chiesto e ottenuto mobilità e trasferimenti. Chiediamo, quindi, che si attivi velocemente una nuova procedura concorsuale che non preveda, come accaduto nella precedente, una preselezione. Sia perché tale scelta ha determinato esclusioni di colleghi corregionali che oggi paghiamo, sia perché il fabbisogno infermieristico è così elevato, che ad avviso degli scriventi, non vi è necessità di una preselezione, che ha tra l’altro generato non pochi malumori. La procedura concorsuale deve quindi partire adesso, immediatamente. Ogni mese di ritardo rischia di paralizzare il Sistema regionale toscano nel domani”.

Redazione Nurse Times

 

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